Sembrano schiarirsi le nubi nelle quali l’Italia si era persa: Olli Rehn, commissario europeo per gli affari economici e monetari, intervistato dal quotidiano La Repubblica, parla positivamente del percorso di risanamento italiano praticato dall’esecutivo Letta.
Sul deficit, “l’Italia è in linea, anche se di poco, con il criterio del tre per cento e questo ha consentito al Paese di uscire dalla procedura per deficit eccessivo che è importante per la sua credibilità sui mercati finanziari. Inoltre l’Italia deve rispettare un certo ritmo di riduzione del debito, e non lo sta rispettando”. Per raggiungere la meta, “lo sforzo di aggiustamento strutturale avrebbe dovuto essere pari a mezzo punto del Pil, e invece è solo dello 0,1 per cento”. Continua il vice presidente della commissione europea , “è per questo motivo che l’Italia non ha margini di manovra e non potrà invocare la clausola di flessibilità per gli investimenti”.
Il capitolo spesa pubblica è fondamentale per risolvere la questione. Rehn afferma di aver “preso nota delle buone intenzioni del governo italiano su privatizzazioni e spending review. Ma lo scetticismo è un valore profondamente europeo. E io ho il preciso dovere di restare scettico, fino a prova del contrario. In particolare per quanto riguarda i proventi delle privatizzazioni e i loro effetti sul bilancio del 2014”. Di fatto il prossimo step sono le previsioni di febbraio, “un appuntamento molto importante per l’Italia. Se il governo per quella data ci fornirà risultati concreti e soddisfacenti, ne terremo conto per calcolare i possibili effetti sui margini di manovra a disposizione del Paese”.
Piccola stoccata all’ultimo governo Berlusconi, precisamente al suo epilogo, quando, nell’estate del 2011, per rimettere a posto i conti vennero varate ben quattro manovre: “se io facessi incubi”, sostiene Rehn, “rivivrei l’angoscia del periodo tra agosto e novembre del 2011, quando l’Italia era al centro della tempesta sui mercati finanziari”. Il giudizio sul Governo guidato da Enrico Letta non può che essere positivo, quindi.
Letta “Italia ha conti in ordine” – Non è piaciuta al premier Letta l’intervista rilasciata dal commissario Ue Rehn a Repubblica. “Una cosa che Rehn non ricorda è che noi e la Germania siamo gli unici Paesi che da 3 anni di fila stiamo sotto il 3%, gli altri grandi Paesi europei no. Questo è un impegno che va premiato e non frustrato. Abbiamo i primi segni di ripresa, ma abbiamo ancora l’onda lunga che sta lasciando disastri sociali. I primi segni di ripresa – ha aggiunto Letta – non sono percepiti dalle persone in difficoltà, ma la scelta di dire l’anno prossimo l’1% di crescita è una scelta assennata e possibile. Dobbiamo lavorarci, ma è una scelta alla nostra portata”.
Daniele Errera