Il primo Consiglio dei Ministri delle “strette intese” si è riunito oggi a Palazzo Chigi e ha dato il via libera a una mini riforma fiscale. Infatti il governo ha apportato modifiche all’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), che riguarda il calcolo del proprio reddito e del patrimonio posseduto.
Il ripensamento effettuato direttamente dal Ministero del Lavoro ha l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale. Il responsabile del dicastero Enrico Giovannini si è detto soddisfatto per le nuove modifiche, perché così lo Stato potrà “disporre di uno strumento più corretto per valutare le condizioni relative tra famiglie con diverse possibilità economiche – ha precisato il ministro del Lavoro e del Welfare – ma anche restringere gli spazi all’evasione, ricordando che ogni presunta furberia toglie un’opportunità a coloro che ne hanno diritto”.
Un nuovo calcolo ISEE potrà essere effettuato nel corso dell’anno in caso di perdita del lavoro di uno dei due coniugi o di assegnazione della cassa integrazione (Cig). Ma la più importante novità riguarda certamente il metodo di compilazione: infatti il richiedente dovrà inserire da sé soltanto alcuni dati, mentre l’ammontare del reddito complessivo e le prestazioni INPS verranno inserite direttamente dalla pubblica amministrazione. In questo modo lo Stato vuole arginare il fenomeno delle autodichiarazioni mendaci, facendo anche affidamento agli incroci tra le banche dati fiscali e contributive nazionali.
È la prima modifica dell’ISEE dall’anno della sua introduzione (1998). Il governo Letta non ha fatto altro che ripristinare un vecchio provvedimento inserito nel decreto “Salva Italia” di Mario Monti e mai approvato dal Parlamento.