Arriva con un po’ di ritardo il post tanto atteso di Beppe Grillo sul finanziamento pubblico ai partiti. Era infatti notizia di venerdì scorso, il ricorso da parte del procuratore del Lazio della Corte dei Conti Raffaele De Dominicis davanti alla Corte Costituzionale. Questi avrebbe sollevato una questione di legittimità sui rimborsi elettorali. “I partiti hanno truffato gli italiani” ha esordito Grillo sul suo blog.
Il riferimento va al lontano aprile del 1993, quando più di 31 milioni di italiani avevano votato “no” al finanziamento pubblico ai partiti dopo le indagini che stavano scoperchiando tutti gli altarini segreti della classe dirigente nostrana. Eppure, secondo la Corte dei Conti, “tutte le disposizioni impugnate dal 1997… hanno ripristinato i privilegi abrogati con il referendum del 1993 facendo ricorso a artifici semantici, come il rimborso al posto del contributo, gli sgravi fiscali al posto del contributo”.
Il nuovo post del leader pentastellato, comunque, va all’assalto di un bersaglio ben definito in questo periodo pre-elettorale: il Partito Democratico. “Il pdmenoelle è il partito del “chiagni e fotti”- attacca Grillo- ha come alfieri Renzie, che è contro il finanziamento pubblico, ma i soldi dei “rimborsi” li ha sempre utilizzati e Capitan Findus Letta, il ballista d’acciaio, che voleva abolire il finanziamento e poi ha incassato una rata di 91 milioni di euro insieme agli altri partiti a luglio”. Sempre i democrat dispongono di “2.399 immobili che hanno un valore di circa mezzo miliardo di euro affidati a 57 fondazioni a cui si può versare il 5 per mille in quanto enti di volontariato”. Conclude poi, con una provocazione di impatto molto forte: restituire “il maltolto allo stato”.
Giacomo Salvini