Indulto, Napolitano invita i partiti alla responsabilità. Cancellieri: “Riforma presto in Cdm”
L’indulto ritorna nel dibattito politico italiano. Il tema, che nemmeno due mesi sollevò un vespaio di polemiche, è riportato al centro della scena dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Il Capo dello Stato, in mattinata, ha fatto nuovamente sentire la propria voce sull’argomento, al termine di un convegno dedicato alla riforma della giustizia a Palazzo Giustiniani. “Il Parlamento deve avere il senso di responsabilità per dire che vuole fare un indulto, necessario per ottemperare alla Corte di Strasburgo oppure prendersi la responsabilità di non considerarlo necessario, sapendo che c’è una scadenza che è quella del maggio 2014, posta dalla Corte dei diritti di Strasburgo. Il Parlamento – ha però precisato Napolitano – è assolutamente libero di fare le sue scelte”.
“Stamattina – ha aggiunto Napolitano – abbiamo ascoltato una relazione molto forte di Zagrebelsky che ha sostenuto che l’indulto è la sola misura capace di ottemperare alle fortissime raccomandazioni, per non dire intimazioni, della Corte di Strasburgo”.
Cancellieri: “Riforma giustizia presto in Cdm” – Immediatamente successivo all’intervento del Presidente della Repubblica, è quello del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, che annuncia di aver già pronto un pacchetto di provvedimenti che riformeranno la giustizia.
“In uno dei prossimi Consigli dei ministri – ha dichiarato il Guardasigilli durante un convegno dal titolo “Clemenza necessaria. Amnistia, indulto e riforma della giustizia” – porteremo un pacchetto di provvedimenti che inciderà sui processi civili e penali e sui problemi delle carceri”. “Passato questo momento difficile approfondiremo questi temi in uno dei prossimi Consigli dei ministri. Le misure riguarderanno sia il settore civile che penale, con interventi sui processi, per ridurne i tempi, semplificarne le formule, dare più efficacia deflattiva ai riti speciali».
Inoltre, ha annunciato Cancellieri, saranno “rafforzate le garanzie per gli imputati in custodia cautelare e sarà introdotta la disciplina della prova dichiarativa. Ci sarà poi una calibrata revisione dei meccanismi delle impugnazioni”.
Il ministro poi non si sottrare nemmeno ad un giudizio sul putiferio legato alla vicenda di Giulia Ligresti, difendendo il proprio operato e rigettando ogni accusa: “Non penso di aver perso credibilità né di averne fatta perdere al governo… poi ognuno la pensa a modo suo”.