Primarie Pd, Renzi, Civati e Cuperlo si affrontano sulla legge elettorale
Primarie Pd, Renzi, Civati e Cuperlo si affrontano sulla legge elettorale
La sentenza della Corte Costituzionale, datata 5 dicembre, ha imposto la discussione ed approvazione di una nuova legge elettorale e qui le forze parlamentari, anche facenti parte l’esecutivo Letta, addirittura all’interno di loro stesse, hanno cominciato col dividersi. Forti, quest’oggi, sono le parole del candidato alla segreteria del Partito Democratico, Gianni Cuperlo, intervistato dal Corriere della Sera: “la sentenza della Corte è una sconfitta della politica. Ora il tempo è scaduto e bisogna fare una riforma. Noi dobbiamo partire dalle forze che sostengono il governo perché altrimenti si aprirebbe una crisi di rappresentanza dell’esecutivo”. Continuando poi, il deputato triestino afferma che “del Mattarellum si può discutere, ma con dei correttivi. Quello che servirebbe è il doppio turno di collegio”. Una logica che aveva già ribadito poco dopo la sentenza della Consulta quando, all’agenzia Asca, aveva dichiarato la necessità del maggioritario a doppio turno che consegni una maggioranza stabile, “accompagnato dalla riduzione del numero dei parlamentari e dalla fine del bicameralismo perfetto”. L’ultimo segretario dei Giovani Comunisti italiani affonda poi sugli scomodi, o almeno storicamente inusuali, alleati di governo: “non è Alfano che detta l’agenda della legge elettorale. Trattare su tante altre cose, anche sulle riforme istituzionali benché per quelle ci vuole del tempo. Ma su una cosa io non transigo: il presidenzialismo non è la risposta ai problemi del Paese”.
Intanto gli altri due competitors continuano il loro giro per la penisola, cercando di strappare più consensi possibili. Matteo Renzi, sempre saldamente in testa, almeno nei sondaggi, subisce una battuta d’arresto a Napoli, fortino di quella mozione Cuperlo che in città ha vinto i congressi di sezione. Il suo discorso, presso la Città della Scienza, sebbene come sempre senza mezzi termini, non ha raccolto la presenza fisica che normalmente riunisce alla Leopolda: una sala mezza vuota, con in prima fila il Sindaco di Salerno e sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture, Vincenzo De Luca, accoglie il primo cittadino di Firenze. Tema centrale, anche per Renzi, è la legge elettorale: “è del tutto evidente che la Corte costituzionale ha rimesso la palla nel campo del Parlamento. E io penso che il Parlamento riuscirà ad essere serio, non perché sono ottimista ma perché ci sono tanti gruppi che hanno una fifa matta di tornare alle elezioni”. Ha concluso poi affermando che “c’è alla Camera la possibilità di fare una legge che risponda soprattutto al requisito che chi vince, vince davvero”.
Civati, ultimo nei sondaggi, ma in testa nella classifica della spavalderia (“sono il vincitore del confronto televisivo con Renzi e Cuperlo”, oppure “per Laura Puppato io vincerò le primarie col 41% delle preferenze e Renzi arriverà secondo col 38%? Bisogna prendere per buono le sue previsioni, perché Laura, a differenza di altri, ci azzecca” ha sostenuto l’ex consigliere regionale lombardo ai microfoni di ‘Un giorno da pecora’), afferma, in un’intervista a La Repubblica: “se vinco io il governo avrà vita breve ma temo un patto neocentrista tra democristiani a cui partecipano appassionatamente anche quelli che vengono dai Ds”. Sulla zona da occupare per il nuovo Pd targato Civati, il deputato eletto a Monza non ha dubbi: “bisogna ricostruire un centrosinistra tenendo insieme Sel e l`area Rodotà, quella zona psicologica che sta tra Sel, il Pd e i 5 stelle. Poi, ci sono i giovani. Dobbiamo recuperare quel voto. A loro ho dedicato tutta la mia campagna”. E dopo un endorsement verso Prodi (“gli darò la tessera numero 1 del 2014”), Civati torna sul suo chiodo fisso, i 101 franchi tiratori: “nessuno dei 101 sta con me. E se vinco chiederò di avviare subito un`indagine interna su di loro. Capire come il gruppo parlamentare ha vissuto quei giorni sarebbe una prova di maturità per il Pd”.
Daniele Errera