PrimariePd, le parole degli sconfitti Cuperlo e Civati
Primarie Pd, le parole degli sconfitti Cuperlo e Civati.
Il grande dato di queste primarie è la larga vittoria di Matteo Renzi. Ancor più larga grazie (e a causa) di un’ampia partecipazione. Tantissimi elettori che, in tempi di antipolitica imperante e sfiducia diffusa, vanno a votare alle primarie di un partito “invischiato” nell’azione di governo da ormai due anni rappresentano un dato da non sottovalutare.
Il Renzi premiato dagli elettori delle primarie torna ad essere Matteo Il Rottamatore, e annuncia l’imminente cambiamento radicale nella gestione del partito, nella linea politica e nell’azione di governo. Ma guardiamo come hanno commentato i risultati Gianni Cuperlo e Pippo Civati arrivati rispettivamente secondo e terzo nella corsa al voto dei simpatizzanti.
Le loro parole a caldo, ieri sera, esprimono come è ovvio una forte delusione. Forse anche più di quanto fosse ragionevole attendersi.
Quello di Cuperlo sembra un autentico de profundis per la sinistra italiana. Dopo i ringraziamenti di rito fatti a Matteo Renzi (“sentito al telefono”), a Civati, ai militanti e ai partecipanti alle primarie, Cuperlo rivendica un suo ruolo di portavoce della sinistra: “Ho vissuto gli ultimi cinque mesi con questo spirito: mettermi al servizio di una riscossa culturale, politica e civile della sinistra italiana.” E articola il suo pensiero: “Lo abbiamo fatto con la convinzione che fosse la condizione per ridare senso al progetto più ambizioso che il riformismo di questo paese abbia elaborato in questi ultimi decenni.” Ammettendo la sconfitta (“Non siamo riusciti a convincere una maggioranza di coloro che oggi sono andati a votare di quelle nostre buone ragioni”), Cuperlo riconosce che “ha prevalso un’altra impostazione, un cambiamento diverso da quello che avevamo immaginato noi, e di questo è giusto prendere atto”.
Rispetto al nuovo segretario, “che sarà il segretario di tutti”, Cuperlo garantisce lealtà: “Verso Matteo Renzi il mio comportamento sarà leale e sincero”. Ma, al tempo stesso, “avverte” il vincitore che la sinistra non è scomparsa e rimarrà a difendere le sue posizioni all’interno del partito: “bisognerà farlo da subito, da domani. Investiremo su quello che abbiamo fatto e in uno spirito unitario noi non rinunceremo alle nostre idee e al loro valore.” Continua Cuperlo: “Lo faremo con un nuovo segretario che sarà il segretario di tutti. Ma noi lo faremo, perché davanti a noi c’è ancora una lunga strada da percorrere e soprattutto c’è un tempo nuovo da vivere e noi ci saremo.” Parole che assomigliano più a un appello alla resistenza, che a un invito alla collaborazione.
Pippo Civati, “l’altro quarantenne” di questa corsa a tre, forse ci ha creduto anche più di Cuperlo, a queste primarie. Le ha affrontate non con lo spirito dell’agnello sacrificale, ma giocandosi le sue carte per creare un nuovo spazio a sinistra, nel (e del) PD. Dopo aver fatto gli auguri a Renzi (via sms, lui che è più giovane: “Vabbè, così non vale”) e aver riconosciuto “una vittoria pienissima” del sindaco di Firenze, ha parlato, con parole commosse, della sua battaglia: “L’abbiamo fatto perché ci crediamo. E ci siamo divertiti come dei bambini. Siamo stati in posti difficili: a Taranto, su un regionale in Val di Susa, a Piombino. Abbiamo parlato di cose difficili, come i matrimoni egualitari.”
Anche Civati ha promesso il suo impegno nel prossimo futuro: “Continueremo a farlo, convinti che queste battaglie – che evidentemente non sono così popolari come speravamo – possano diventarlo. È stata la linea guida di tutta la nostra campagna: non bisogna celebrare la popolarità, bisogna conquistarla”.
La sua delusione è palpabile: “Avremmo sperato in proporzioni diverse, inutile negarlo.” Ma, a differenza di Cuperlo, Civati vede in questo momento un nuovo grande inizio per il Partito Democratico: “Da qui inizia la storia del PD. Secondo me questo è il vero momento di fondazione del Partito Democratico. Lo dico da terzo-che-arriva-quasi-secondo.” Un nuovo inizio caratterizzato dall’ottimismo e dall’orgoglio: “Abbiamo un grande partito. Vorrei che al PD tornasse un po’ di orgoglio e un po’ di coraggio: con questo gruppo dirigente possiamo vincere le elezioni.”
Andrea Scavo