Pd, i rottamati scelgono l’Aventino. Rischio scissione?
Potrebbero tranquillamente essere definite le primarie più importante della storia politica italiana. Le primarie dello scorso 8 dicembre hanno incoronato il ‘nuovo che avanza’, Matteo Renzi che ha già rispettato la prima promessa: ci sono già i primi rottami del PD abbandonati sul ciglio della strada.
La carneficina di ex diessini è provata dalla nuova segreteria presentata proprio ieri dal neo-segretario Renzi. Nell’organo dirigenziale del partito democratico sono presenti infatti varie anime del partito e altre stanno accodandosi. Infatti sulle 12 persone nominate in segreteria solo 5 sono strettamente renziane, le altre vengono da altre correnti come quella civatiana e AreaDem.
Poco prima della conferenza stampa con la quale Renzi si è presentato alla stampa come nuovo segretario, e nella quale ha annunciata la nuova segreteria, il nuovo leader Dem ha incontrato lo sconfitto Cuperlo. Durante l’incontro il sindaco di Firenze ha invitato Cuperlo a partecipare ai nuovi lavori del PD, offrendogli anche un posto in segreteria. Tuttavia Cuperlo, spinto e consigliato dai ‘rottamati’ D’Alema e Bersani, ha preferito declinare l’offerta.
I rottamati, quindi, guidati da D’Alema e Bersani hanno scelto l’Aventino. Questa scelta va in contrasto con le dichiarazioni dell’immediato post voto, nel quale si scongiurava il pericolo di scissione degli ex diessini dal partito. Tuttavia sembra che le componenti che appoggiavano Cuperlo hanno deciso l’isolazionismo, il quale di sicuro non fa bene al partito.
La scelta è commentata criticamente da un renziano doc, il quale ipotizza che il rifiuto da parte dei cuperliani era, magari, posto per ritardare la scelta della segreteria e la partenza dei lavori. “Invece Renzi ha incassato il rifiuto ed è andato avanti”.
“Io faccio politica per passione, non cancellerà la mia storia con un colpo di penna” dichiara D’Alema, che si è trincerato in un silenzio assordante dopo la dura sconfitta, la prima in un congresso. Più chiacchierone invece Bersani, che non apprezza le parole di Renzi sul passato, ricordando che se il partito è a determinati risultati il merito è di chi li ha preceduti. “Non si può usare la clava – spiega Bersani in un’intervista a Repubblica – questa è una ruota non c’è dubbio. Va benissimo il rinnovamento ma serve anche l’esperienza. Renzi – aggiunge – deve ricordare che se tutti sono qua è perchè qualcuno ci ha preceduto e ha reso possibile tutto questo portando la fiaccola”. La scelta dell’Aventino non è piaciuta ai Giovani Turchi che preferiscono una linea di dialogo, sperando di poter prendere posizione nella segreteria di Renzi.
Dando uno sguardo alla segreteria, però, la scelta che getta più ombre e dubbi sulla linea del nuovo leader dei Dem è la scelta di nominare Taddei come responsabile economico del partito. Taddei, civatiano e con posizioni decisamente spostate a sinistra rispetto alla linea generale di Renzi, rappresenta la decisione del nuovo segretario di includere tutti i giovani, incluso Civati per il quale nutre una forte stima. Tuttavia la scelta proprio di Taddei rappresenta la non chiarezza della linea che Renzi vuole tenere con il governo. Infatti il civatiano è noto per la sua ostilità verso le politiche di austerity e non sarebbe contrario ad una caduta del governo che, “anche in questa situazione di crisi non sarebbe una tragedia”. La politica di inclusione di Renzi dovrebbe essere allargata anche ai gruppi parlamentari i quali non vedranno cambiare i capogruppo, anche se, soprattutto Speranza alla camera, non sono di area renziana. Resta, comunque, da conquistare la maggioranza nei gruppi parlamentari, cosa nient’altro che facile e scontata.
Francesco Di Matteo