D’Alema depone l’ascia di guerra e ammette la sconfitta “Non guiderò nessuna corrente”
D’Alema depone l’ascia di guerra e ammette la sconfitta “Non guiderò nessuna corrente”
“La battaglia politica si fa quando c’è il congresso. Ognuno è libero di esprimere la sua opinione ma non io non parteciperò ad una dialettica legittima che ora ha altri protagonisti di un’altra generazione”. Massimo D’Alema depone l’ascia di guerra e ammette la sconfitta. Renzi ha vinto e lui non si metterà alla guida di nessuna corrente interna come invece era parso in un primo momento. L’ex premier rivela poi di non aver alcun compito da delegare al suo ex delfino Cuperlo: “Non ho il compito di dargli direttive. Ho fatto una battaglia congressuale a suo sostegno perché lo ritenevo il migliore candidato possibile, prendo atto del risultato. Ma non ho intenzione di animare correnti“. “Sarebbe ridicolo da parte mia – continua D’Alema – avere il compito di dare a Cuperlo direttive o imporre divieti. Su questa vicenda non ho espresso neppure pareri, Cuperlo è passato a trovarmi ieri sera dopo aver incontrato Renzi e non prima, come impropriamente scritto”. Per l’ex presidente del Consiglio si profila quindi un futuro impegnato in altre attività: “Presiedo una fondazione culturale e lunedì partirò per Teheran per parlare degli impegni Ue e non degli assetti del Pd”.
Cuperlo rifiuta la presidenza – Stando ad alcune indiscrezioni, Gianni Cuperlo avrebbe detto no alla presidenza di partito spiegando di non voler ricoprire incarichi all’interno del Pd. L’ex presidente di Fgci ha spiegato di voler guidare l’area che a lui fa riferimento. Si riapre quindi il toto nomi. Tra i papabili c’è anche Alfredo Reichlin.
Camusso “Sciopero generale non basta più” – L’ascesa di Matteo Renzi alla segreteria democratica sembra aver creato più di uno scompiglio anche in casa Cgil. Susanna Camusso ha infatti dichiarato che lo sciopero generale, piatto forte del sindacato dei lavoratori, non basta più. “In una situazione di crisi come questa si tratta di uno strumento non più sufficiente a esprimere la protesta dei lavoratori” ha detto Camusso.
Andrea Turco