Renzi, “D’Alema e Bindi alle europee? Non credo proprio”
Renzi, “D’Alema e Bindi alle europee? Non credo proprio”
L’avventura da segretario di Matteo Renzi è solo all’inizio, ma i sintomi dell’enorme cambiamento politico del partito è chiaro come la luce del sole. La nuova battaglia alla vecchia dirigenza, sembra, si trasferisce ora sul prossimo appuntamento elettorale, le elezioni europee.
“D’Alema e Bindi alle europee? Non credo proprio” dice il neosegretario. E’ l’ennesimo colpo di una lunga battaglia alla vecchia dirigenza iniziata qualche tempo fa e, acutizzatasi durante la campagna elettorale per le primarie. Chi credeva che anche Renzi avrebbe capitolato e trattato con la vecchia dirigenza sembra che sarà smentito. Infatti, con ogni probabilità, se il treno delle europee sarà perso da D’Alema e Bindi potrebbe, con molta probabilità, segnare la fine delle lunghe carriere politiche di questi.
“Alle europee ci mandiamo chi è realmente interessato all’Europa e non chi è interessato solo ai giochini romani” dice il neo segretario, accusando ancora e non troppo sommessamente la vecchia dirigenza. Durante l’intervista a Ballarò, poi, Giovanni Floris chiede al sindaco di Firenze che piani abbia per i ‘vecchi’ e Renzi sembra avere le idee chiarissime: facciano un passo indietro, “ascolteremo i loro consigli perché di consigli ne abbiamo bisogno, ma non assicuriamo di seguirli sempre”. Secondo Renzi la vecchia dirigenza dovrebbe assumere “il ruolo che i nonni hanno coi propri nipotini”, dispensando tantissimi consigli ma senza interferire negli errori e nella condotta dei ragazzi.
L’attenzione di Renzi, però, non è solo rivolta verso la vecchia dirigenza ma anche per l’attuale situazione del partito. La politica di Renzi, come si intuisce da questi primi giorni di segreteria, è una politica inclusiva, per cercare di mantenere il partito unito. Su questa linea è chiara l’insistenza di chiedere a Gianni Cuperlo di assumere la presidenza del partito. Cuperlo ha già rifiutato una volta la carica ma, con i Giovani Turchi che hanno criticato la scelta di chiudersi in se stessi e D’Alema che sembra aver abbandonato l’ascia di guerra, Renzi potrebbe avere una nuova possibilità e sta insistendo.
La politica di inclusione non può coinvolgere solo Cuperlo e Civati e Renzi lo sa, quindi ha già allargato la sua attività ai gruppi parlamentari, con cui si è confrontato questa mattina insieme a Cuperlo. All’incontro con Bersani i due si sono abbracciati e salutati, poi Epifani ha fatto il suo ultimo discorso da segretario prima di passare il testimone a suo successore. Renzi, rivolgendosi ai parlamentari del PD, ha avuto un atteggiamento estremamente aperto designando le prossime priorità. Per Renzi i parlamentari del PD devono sapere che sono la “stragrande maggioranza della maggioranza che appoggia il governo” e quindi devono prendere la palla al balzo o sarebbero degli “irresponsabili”. Tra le priorità, secondo Renzi, c’è la legge elettorale che deve poter consegnare agli italiani un sistema in grado di assicurare una maggioranza quando arriverà il momento.
Francesco Di Matteo