E’ morto ieri, presso il Policlinico Gemelli, Angelo Rizzoli, erede di una delle famiglie più in vista della borghesia italiana, i Rizzoli. Dopo essere stato un importante editore, Angelo Rizzoli è stato travolto dallo scandalo della P2, dalle difficoltà economiche e dalle vicende del Banco Ambrosiano, trascorrendo un periodo di tredici mesi in galera.
Nel 1978 ha ereditato la presidenza del gruppo del Corriere della Sera, subentrando al padre. Ereditando però anche debiti ed aziende non più profittevoli. Pressato dal sistema bancario in pochi anni cede al Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, Licio Gelli ed altri iscritti alla loggia P2 il controllo del Gruppo Rizzoli-Corriere della Sera, all’insaputa dell’opinione pubblica. L’immagine della Rizzoli, primo gruppo editoriale italiano, è all’apice; Angelo junior è considerato un uomo di successo. Nello stesso anno conosce e sposa Eleonora Giorgi.
Nel 1981 il «Corriere della Sera» è travolto dallo scandalo della Loggia P2, tra i quali iscritti c’è anche Angelone Rizzoli (tessera n° 532), così come il direttore generale del gruppo Bruno Tassan Din. Con la formalizzazione da parte del Tribunale di Milano (4 febbraio 1983), dell’amministrazione controllata per il Corriere della Sera (l’assemblea dei creditori contava ben 2138 iscritti tra cui banche, collaboratori, rivenditori e società collegate, per un totale di 65 miliardi e 670 milioni di crediti) Angelo, il fratello Alberto e Bruno Tassan Din (direttore generale) sono arrestati per bancarotta patrimoniale societaria in amministrazione controllata. L’accusa è di aver “occultato, dissipato o distratto” oltre 85 miliardi di lire.