Gli obiettivi di Draghi: credito a pmi, parità di genere e riforme oltre l’unione monetaria

Secondo Salvini “il governo è alla frutta, l’eversione è dentro il Palazzo”. P

Gli obiettivi di Draghi: credito a pmi, parità di genere e riforme oltre l’unione monetaria. “Abbiamo ridotto i nostri tassi di interesse a livelli storicamente bassi e per chiarire l’orientamento della nostra politica monetaria a venire abbiamo introdotto delle linee guida future. Ci aspettiamo che i tassi di interesse chiave quindi rimangano al livello attuale o inferiore per un lungo periodo di tempo”. Così il Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, in un’audizione al Parlamento Europeo. Quindi, “finché necessario”, il tasso di riferimento sarà mantenuto allo 0,025% o, addirittura, a livelli minori. Il fine è “sostenere la graduale ripresa dell’area dell’euro”, afferma il Presidente della Bce.

Draghi discorre di più argomenti nella relazione presentata a Strasburgo: il credito è centrale. La ripresa di erogazione sussidi verso le piccole e medie imprese, vera “spina dorsale dell’economia”, è fondamentale. L’importanza dei finanziamenti è vitale per la sopravvivenza dell’economia reale. Attraverso “le misure prese”, specialmente quelle straordinarie, dalla Banca Centrale “i tassi di prestito delle banche verso famiglie e imprese non finanziarie”, afferma Draghi, “sono diminuiti in tutta l’area dell’euro. In questo modo anche le pmi sono state aiutate”. Gli fa eco il vice presidente della Commissione Europea e Commissario agli Affari Economici e Monetari, Olli Rehn, quando chiede “agli stati membri di essere più audaci e coraggiosi per rispondere alle esigenze creditizie delle Pmi”.

Ma tiene banco ancora di più il discorso sull’unione monetaria, non più sufficiente: “l’Unione bancaria non è una panacea, per eliminare la frammentazione finanziaria è necessaria ma non sufficiente a rompere il legame tra debiti sovrani e banche ma le condizioni di prestito ugualitarie si ristabiliscono solo se proseguono anche riforme e consolidamento”. L’ex governatore della Banca d’Italia continua sostenendo che “la supervisione unica Bce è il cambiamento più significativo in Europa sin dalla nascita dell’euro”. Auspica poi che le altre componenti dell’unione bancaria siano approvate entro la fine della legislatura del Parlamento Ue”, ovvero aprile 2014.

Ultimo argomento del colloquio è la parità di genere nella Bce: oggi solo il 17% del personale è di genere femminile, ma “l’obiettivo – afferma Draghi – è quello di arrivare al 35% entro il 2019. Non è una promessa vuota”. Il Presidente della Banca Centrale si è infine congratulato per la nomina della economista francese Danielle Nouy al vertice del Board di supervisione unica.

 

Daniele Errera