Il presidente della Corte dei Conti: “Spendere meglio per crescere di più”
Presidente Corte dei Conti: “Spendere meglio per crescere di più”
Consigli natalizi al governo Letta che ha da poco incassato la terza fiducia in otto mesi. Questa volta è toccato al neopresidente della Corte Conti Raffaele Squitieri incalzare l’esecutivo nell’approvare le riforme economiche necessarie a far ripartire il Belpaese.
Nel suo discorso d’insediamento Squitieri ha commentato l’attuale stato di salute delle finanze italiane e le difficoltà del sistema fiscale nazionale: “Il peso del debito pubblico rallenta ulteriormente il nostro passo in una sorta di circolo vizioso dal quale diventa sempre più difficile uscire – ha sottolineato il presidente della Corte –, inoltre la pressione fiscale ha raggiunto ormai livelli insostenibili al 45% del PIL”.
Secondo Squitieri quest’ultimo problema crea grosse difficoltà nella distribuzione verso il basso delle entrate: “Non si potrà avere un consistente miglioramento nell’allocazione delle risorse, e con esso un rilevante accrescimento della produttività totale e, dunque, una sensibile accelerazione della crescita economica, se non sapremo spendere, meglio di quanto ora facciamo, le ingentissime risorse derivanti dal prelievo fiscale”, ha precisato il massimo rappresentante della magistratura contabile.
Dopo aver invitato il governo a ridurre il debito e la pressione fiscale, Squitieri ha chiesto più attenzione anche sul fronte della lotta alla corruzione e alla deflazione: “Si scorgono negli indici dei prezzi, segnali inquietanti di deflazione, i quali preoccupano non solo per l’immediato portato recessivo ma anche per l’effetto di appesantimento del debito, di tutti i debiti, centrale, locali, privati”, ha concluso il neopresidente della Corte dei Conti.
Quest’ultima osservazione fa il paio con quanto detto all’assemblea di Centromarca (Associazione italiana dell’industria di marca), dove sono stati presentati i risultati degli studi effettuati da Ref Ricerche e Iri sulla situazione economica del periodo 2013-2014. Il presidente dell’associazione degli industriali Luigi Bordoni è stato chiaro: “Le famiglie non sono più in grado di sostenere altri aumenti della pressione fiscale e via via tagliano le risorse destinate ai consumi, compresa la spesa quotidiana. In due anni per effetto dei soli aumenti IVA – ha continuato Bordoni – è stato bruciato un miliardo di euro in mancati acquisti. E l’uscita dalla crisi prevista per il 2014, non sembra sufficiente a stimolare la ripresa degli acquisti”. Sempre che le stime di crescita siano veritiere.
Secondo i calcoli contenuti nell’indagine congiunta Ref-Iri, “grazie allo sforzo della distribuzione moderna e dei marchi nel contenere i prezzi, nel 2013 le famiglie italiane hanno potuto risparmiare mediamente 228 euro sull’acquisto dei beni di base, pari a circa il 9% dell’investimento annuale in consumi essenziali”, sebbene “le vendite siano destinate a essere contraddistinte dal segno meno in mancanza di provvedimenti incisivi del legislatore in materia economica”.
Per Bordoni “servono scelte decise da parte del Governo” ovvero “interventi urgenti a sostegno del potere d’acquisto delle famiglie, a cominciare dalla cancellazione di qualsiasi ipotesi di aumento della tassazione sui consumi, valutando l’importanza dello sforzo compiuto dall’industria e dalla distribuzione moderna per garantire alle famiglie un’offerta conveniente”, ha rimarcato il leader di Centromarca, che poi ha concluso i lavori dell’assemblea con un appello: “Nel 2014 potrebbe iniziare una lenta inversione di tendenza, ma un aumento delle imposte finirebbe per gelare sul nascere qualsiasi ipotesi di ripresa”.