Alla scoperta di Berlino, la Silicon Valley europea. Sei giovane, hai voglia di fare e un’idea innovativa da realizzare? Probabilmente Berlino è la città per te. Negli ultimi cinque anni infatti la capitale tedesca ha registrato un boom d’immigrati, ospitando numerosissime start-up; secondo la Camera di Commercio tedesca dal 2008 sono state fondate 1300 aziende web based a Berlino, di cui cinquecento solo nel 2012, qui è disponibile una mappa che offre uno sguardo d’insieme del fenomeno.
Come spiega Christoph Raethke, Direttore della Berlin StartUp Academy, “a Berlino arrivano per fondare imprese principalmente persone dall’Est e dal Sud Europa. La maggior parte di queste persone parla diverse lingue, ha un ottimo background accademico ed esperienze di lavoro internazionali. E’ un peccato che l’Italia e la Spagna stiano perdendo molte tra le loro persone più brillanti, d’altro canto è per noi un’opportunità per costruire qualcosa di grande qui in Germania”.
Nello specifico, nei primi sei mesi del 2011 sono arrivati 435 mila immigrati, e la quota in arrivo dalla Grecia (quasi 9 mila persone) è aumentata dell’84 per cento rispetto all’anno precedente, mentre quella proveniente dalla Spagna (oltre 7.200 persone) è raddoppiata.
Sono molteplici i fattori che rendono Berlino una città “attraente”, prima di tutto un’economia ancora stabile e l’attitudine della capitale tedesca ad accogliere e premiare idee capaci di trasformare la tecnologia che utilizziamo quotidianamente.
Internet sta creando figure professionali completamente nuove, offrendo ghiotte opportunità di lavoro non solo ad esperti dell’IT ma anche ad appassionati del web con pochi rudimenti d’informatica. Così, in un contesto in cui competenze umanistiche e scientifiche entrano in relazione e collaborano, la capitale tedesca sembra essere lo scenario di una rivoluzione del lavoro.
Sempre più appetibili sono quindi sviluppatori e informatici, ma anche laureati in materie diverse per la creazione di contenuti, laureati in marketing per coordinare le strategie digitali, graphic designer per supportare la creazione di tanti nuovi loghi, immagini e grafiche dei siti e traduttori per rendere il più possibile fruibili servizi e contenuti.
Così si sono moltiplicati i festival dedicati al digitale e alla programmazione (Campus Party, Berlin Web Week e Tech Open Air) e Berlino si è guadagnata l’appellativo di “Europe’s hottest startup capitals”(Wired UK) e di “The Next Silicon Valley” (Npr) .
Tra le realtà nate a Berlino da menti italiane si segnalano Urlist (un raccoglitore di link che permette di raggruppare le proprie pagine salvate in liste tematiche da condividere con altri utenti), Spreaker (che consente di registrare il proprio programma “democratizzando” la radio) e Ploonge (un social network che fa visualizzare tutti gli eventi in città e interagire con gli altri utenti iscritti). Spesso i fondatori di queste realtà s’incontrano in occasione dei meeting mensili organizzati dal gruppo Digitaly.
Tuttavia lo scenario berlinese non è idilliaco come si potrebbe pensare, infatti molte start-up nascono e muoiono in pochi anni (quelle che crescono dopo il terzo anno sono meno del 40%), senza contare che la Silicon Allee tedesca gode dell’80 % in meno di capitali rispetto alla Silicon Valley californiana. Ciononostante, per chi abbia un progetto innovativo e convincente in testa e tra le mani, vale la pena provarci, viste le “condizioni ambientali” indubbiamente favorevoli.