Il giudice Esposito e l’avvocato arrestato per mafia
Il rapporto tra giudice Esposito e avvocato arrestato per mafia
Il rapporto confidenziale tra giudici ed avvocati non è mai stato scandaloso, anzi: mille volte è accaduto e mille volte accadrà. L’amicizia, del resto, può travalicare un’aula giudiziaria. Certo è rischioso avere dei rapporti confidenziali quando il giudice in questione è Antonio Esposito, il magistrato che in Cassazione ha condannato niente di meno che l’ex premier Silvio Berlusconi per il ‘processo Mediaset’, e l’avvocato è Mario Nocito, in carcere per associazione mafiosa e corruzione nell’ambito dell’inchiesta ‘Plinius’, operazione che ha avuto luogo a Scalea.
L’avvocato in questione è stato definito “deus ex machina” del patto della politica (condannati anche il sindaco e cinque assessori del comune calabrese) con la mafia. Il comando dei Carabinieri di Cosenza non si è risparmiato, questo è sicuro: 29.000 pagine di trascrizioni telefoniche. Nulla è penalmente rilevante, però la responsabilità ‘politica’ sembra evidente.
Il giudice, generoso di consigli, ha più volte incontrato il sindaco di Scalea, Pasquale Basile ed anche l’avvocato Nocito. Questi incontri non si interrompono nemmeno dopo l’esito dell’inchiesta “Plinius”, che avrebbe portato allo scioglimento per mafia del comune calabrese. Il rapporto del giudice e del primo cittadino però, era peggiorato negli ultimi tempi: Basile “sta facendo una serie di scorrettezze in merito alla gestione dei locali”, confida il presidente (Esposito) a Nocito che conferma le notizie di ‘casini’ che sta praticando nei locali in comodato ad Esposito.
Da quello che si può intuire, l’avvocato Nocito aveva tutto l’interesse per tenere buona l’amicizia col giudice. Un suo amico, infatti, conferma: “al presidente abbiamo dato l’Università telematica a Scalea”. E i favori fatti non si contano. I consigli richiesti si sprecano. Non solo a Mario Nocito, ma anche a suo figlio, Pierpaolo.