“Frozen”: non c’è niente come il primo amore. A parte il secondo.

Pubblicato il 16 Dicembre 2013 alle 18:03 Autore: Giovanni Laccetti

Il primo amore non si scorda mai anche se sempre più spesso, statistiche alla mano, è la seconda volta quella buona. Se ne sono accorti anche alla Disney, al punto che niente sarà più come prima nel magico mondo delle principesse dopo il meraviglioso Frozen.

Che racconta – ai piccoli – la storia di due sorelle, Elsa e Anna, alle prese con una separazione dolorosa dovuta all’esplosione dei “poteri” della prima (la più comune allegoria fumettistica del passaggio all’età adulta) e con il ricongiungimento salvifico che afferma una volta ancora il potere invincibile dell’amore. Elsa farà in tempo a diventare regina buona, strega cattiva e di nuovo amata regina mentre la principessa Anna si innamorerà del suo principe con il più classico dei colpi di fulmine, con tanto di duetto musicale e idillio coreografico. Salvo poi incontrare un altro uomo, scoprire la meschinità del primo e sposare il secondo.

E questa è la storia che Disney racconta ai grandi. Una storia nella quale i genitori di oggi, al cinema coi propri figli e con quelli dei nuovi compagni, possono riconoscersi. Il principe di Anna, infatti, inganna il mondo con un viso d’angelo, per merito del quale riuscirà a conquistare la principessa e il regno; mostrerà a lei e solo a lei, nel privato, il suo vero io, violento e malvagio, e cercherà addirittura di uccidere lei e la sorella. L’altro uomo, il povero, è invece buono e gentile, e disponibile a mettere da parte se stesso per l’amata. E così ecco che abbiamo la prima principessa Disney con un ex.

Frozen

Il tutto condito da numerose citazioni fumettistiche impossibili da cogliere dai bambini ma lampanti per i grandi che li accompagnano, nati col sette o l’otto davanti. C’è un sacco di Marvel e non solo: la Regina delle Nevi è praticamente la versione lappone della supereroina Tempesta ma fa capolino, per dire, anche l’inconfondibile artiglio di Wolverine; il castello di Elsa, poi, non sarebbe mai potuto sorgere – non in quel modo, almeno – senza le costruzioni marziane del Dottor Manhattan, divinità atomica di Watchmen. Tipica del fumetto americano è anche la funzione dei poteri nella parabola del personaggio che li possiede: da giocosa benedizione a oscura maledizione, fino a diventare strumento di redenzione.

E’ la continuazione – ancora più in grande – del fortunato esperimento di Ralph Spaccatutto (non per niente dobbiamo entrambe le sceneggiature a Jennifer Lee), un film capace di far sognare i bambini strizzando l’occhio a genitori individuati come target sempre meno secondario. Ah, poi ci sono quelle due o tre cose che in una recensione vanno dette, anche se nel caso di un film Disney potrebbero essere, ormai, lasciate sottintese: la regia è spettacolare, la colonna sonora appassionante e divertente, computer grafica e animazioni lasciano senza fiato (e non è una passeggiata disegnare al computer un mondo di ghiaccio). Portateci i bambini e il vostro vero amore, anche – soprattutto – se non dovesse essere il primo.