Mercati in ribasso in attesa delle parole di Bernanke. I mercati cominciano a dare segnali di normalizzazione, mentre si avvicina il meeting di politica monetaria della Federal Reserve in programma nella settimana entrante. I segnali positivi da parte del mercato del lavoro lasciano intendere che l’avvio del programma di riduzione degli acquisti di titoli di Stato e mortgage-backed securities è prossimo, anche se non è certo che inizi prima del nuovo anno.
I ribassi che hanno caratterizzato le ultime settimane non destano per ora preoccupazioni, anche alla luce del recente accordo sul budget federale raggiunto dai repubblicani e dai democratici statunitensi, che dovrebbe permettere una politica fiscale moderatamente più espansiva che dovrebbe sostenere la crescita economica. Il maggior prodotto causato dall’alleggerimento dei tagli di spesa dovrebbe rendere meno evidente il rallentamento della crescita acceso nei prossimi trimestri. La forte accelerazione del prodotto interno lordo statunitense registrata nel terzo trimestre è stata infatti dovuta ad un accumulo di scorte maggiore del previsto e quindi è prevedibile che le imprese rallenteranno le proprie attività finché tali scorte non saranno smaltite. Il recupero dovrebbe comunque continuare nei prossimi mesi.
Intanto però l’incertezza su come la Federal Reserve gestirà il ritorno alla normalità contribuirà a deprimere i mercati rischiosi, aggiungendosi così ai timori relativi alla crescita in altre aree del globo, come l’Eurozona. Molto dipenderà da quanto precise saranno state le previsioni già riviste al ribasso. L’augurio è che la congiuntura economica non dia più soltanto segnali di stabilizzazione nel 2014, bensì segnali di recupero effettivi. In molti paesi difficilmente si riuscirebbe a sopportare ulteriore crisi economica: già allo stato attuale e in base alle presenti previsioni di ripresa il recupero dell’occupazione si prospetta molto difficoltoso.
La settimana macroeconomica si preannuncia relativamente lenta per via dell’avvicinarsi delle festività natalizie. Lunedì le prime stime degli indici dei direttori degli acquisti dovrebbero confermare la stabilizzazione prossima dell’economia mondiale. Solo il terziario francese dovrebbe confermarsi al di sotto della soglia dei 50 punti che separa la recessione dall’espansione sia pure migliorando da 48 a 49 punti.
Martedì l’indice dei prezzi al consumo nell’area euro dovrebbe confermarsi allo 0,9 per cento annuo, mentre quello relativo agli Stati Uniti dovrebbe confermare la crescita su base annua del 1,7 per cento. Mercoledì l’indice IFO relativo alla fiducia nelle aziende tedesche dovrebbe confermarsi poco sopra i 109 punti, ma sarà soprattutto l’annuncio delle eventuali variazioni della politica monetaria statunitense a dominare la giornata.
Giovedì sarà come sempre giornata di jobless claims: le nuove richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono appese in calo a 334 mila unità rispetto alla settimana precedente. Venerdì saranno resi noti i nuovi ordini all’industria italiana che dovrebbe continuare a segnare una crescita su base mensile anche se in rallentamento di mezzo punto percentuale all’1,1 per cento, mentre le vendite al dettaglio dovrebbero tornare lievemente in positivo su base mensile. Il Regno Unito dovrebbe poi confermare la propria crescita del Prodotto Interno Lordo allo 0,8 per cento trimestrale; simile stima verrà rilasciata per gli Stati Uniti, dove però la crescita su base trimestrale dovrebbe essere confermata al 3,6 per cento.