Mobile ticketing Roma, la rivoluzione di Marino
Mobile ticketing a Roma, la rivoluzione di Marino. Tra qualche settimana il biglietto della metropolitana sul proprio smartphone. Tra qualche anno una mobilità efficiente in una città oggi perennemente intasata.
Il sindaco di Roma Ignazio Marino è pronto a fare la sua ‘rivoluzione’ per incentivare l’uso del mezzo pubblico e disincentivare quello dell’automobile. Si comincia con un progetto di mobile ticketing, due parole inglesi per un gesto semplice: comprare il biglietto con il telefonino.
L’obiettivo del Campidoglio è far sì che entro poche settimane sia possibile acquistare con il proprio smartphone il biglietto dell’autobus, del tram, della metro. E il rinnovo degli abbonamenti annuali e mensili potrà essere fatto in rete. Un click e via, così da portare Roma al livello di altre città che già mettono a disposizione il servizio.
Già a inizio dicembre Ignazio Marino aveva annunciato che dal prossimo gennaio sarebbe stato possibile acquistare col proprio telefonino i biglietti del trasporto pubblico. Ora i tempi si allungano ma il primo cittadino non vuole far marcire il progetto nel cassetto degli annunci. Entro aprile 2014 i trasporti pubblici romani dovranno sbarcare nel futuro – o nel presente, considerato che acquistare biglietti con il telefonino è ruotine in tante altre città del mondo. E per farsene un’idea non si deve andare a cercare chissà dove.
A Firenze, ad esempio, i biglietti si comprano con un sms. Matteo Renzi ne ha fatto un vanto della sua amministrazione, in ossequio a quel principio della semplificazione che è diventato parte importante del suo manifesto politico. Un sistema simile c’è anche sulla riviera romagnola: Cesena, Forlì, Ravenna, Rimini, Cervia, Riccione. Una registrazione online, un sms e il biglietto è fatto. Al controllore basterà mostrare la risposta ricevuta sul proprio telefonino. Tanti hanno già inaugurato lo stesso servizio, altri sono in fase di sperimentazione: Padova, Vicenza, Bari, Genova, Bologna.
Roma prova a entrare nel gruppo. Ma il biglietto acquistato con lo smartphone è solo un pezzo della rivoluzione che Marino ha in testa. Lo scorso fine settimana, infatti, l’amministrazione ha presentato il suo piano per il traffico.
Più piste ciclabili, car sharing e bike sharing, stop alle agevolazioni per le tariffe dei parcheggi sulle strisce blu, nodi di scambio funzionali, aree pedonali. E poi il trasporto pubblico, la cui mappa andrà ripensata. Per entrare con la propria vettura all’interno dell’anello ferroviario potrebbe essere necessario pagare un ticket, sulla falsariga di quanto accade a Milano con l’Area C. Coloro che si spostano per lavoro potrebbero essere esentati.
Roma dovrebbe essere divisa in sei zone: Mura Aureliane, anello ferroviario, circonvallazione esterna, grande raccordo anulare, area esterna al Gra, area di Ostia-Acilia. L’imperativo è semplice a dirsi, titanico a farsi: scoraggiare l’uso dell’auto privata a tutto vantaggio del mezzo pubblico. I minisindaci dovranno dare un parere entro fine gennaio.
L’ultimo piano traffico per Roma risale al 1999 ed era limitato all’area all’interno del Gra. Da allora, molte cose sono cambiate. Negli ultimi anni la popolazione che vive al di fuori del Grande Raccordo Anulare è passata dal 18 al 30 per cento. Dal 2004 al 2012 i pendolari che dalla provincia convergono in città sono cresciuti del 60 per cento. In questo tempo, Roma ha cambiato faccia ma i problemi sono rimasti gli stessi. Solo molto più grandi.