Speranze tradite
[ad]Ecco, forse gli Italiani si erano illusi, dopo aver provato destra e sinistra, che un governo tecnico avrebbe realmente lavorato per l’Italia, che avrebbe fatto scelte comprensibili e condivisibili pur in un’ottica di differenze politiche che per forza di cose avrebbe scontentato qualcuno – il popolo di sinistra – più di altri.
Il rapporto con il precedente Governo diventa più stretto ad ogni lettura della manovra, ma rispetto all’esecutivo guidato da Berlusconi vi sono addirittura meno scusanti: diventa infatti difficile ritenere il Presidente del Consiglio ed i suoi ministri persone poco preparate, e credere che quanto abbiano scritto nel testo della manovra sia dovuto a ignoranza o ad un’errata valutazione. Diviene quindi logico pensare che in realtà Monti volesse salvaguardare le banche e la Chiesa, volesse colpire le pensioni, volesse essere accomodante con la casta politica. La crisi di rappresentatività che ne deriva è un fattore molto grave: i cittadini hanno ormai le spalle al muro, non possono aspettarsi rappresentazione dal Governo e dai partiti che lo sostengono, e difficilmente potranno darla ai partiti che non lo sostengono, perché a loro volta ai posti di comando il giorno precedente – la Lega Nord – o quello prima – l’Italia dei Valori. Sicuramente trarranno giovamento in termini di consenso forze oggi marginali e fuori dal Parlamento, ma se la manovra, fermi restando i saldi, non diverrà più equa in Parlamento, sarà forte nei cittadini l’idea di essere dinanzi all’ennesimo furto legalizzato, e, in assenza di un’adeguata rappresentanza politica, la tentazione di iniziare a farsi giustizia da soli.