Stefano Mugnai, vicepresidente del gruppo Forza Italia alla Camera dei Deputati, è tra i parlamentari più vicini a Silvio Berlusconi. Inizia a fare politica dai banchi dell’opposizione nel Consiglio comunale di Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo. Poi consigliere regionale della Toscana per otto anni e infine componente dell’assemblea di Montecitorio. Si deve ascoltare lui per capire che vento tira tra gli azzurri.
Onorevole Mugnai, si è sempre occupato di salute durante la sua attività politica. Come giudica l’operato del governo Conte di fronte alla crisi causata dal Covid-19 e come si pone Forza Italia di fronte a questa situazione senza precedenti?
Noi siamo da sempre una forza responsabile. Stiamo vivendo in questo momento una prova difficile non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa e l’intero pianeta. Fin dall’inizio della pandemia abbiamo dimostrato in tutte le sedi istituzionali un atteggiamento collaborativo nell’interesse del Paese e lo faremo anche in occasione della discussione sulla legge di bilancio che a breve approderà in Parlamento. C’è da dire che l’emergenza è stata gestita a nostro avviso in maniera del tutto confusionaria, e lo vediamo anche durante questa seconda ondata di diffusione del Covid-19. Offriamo al governo il nostro contributo, ma non possiamo non far notare che all’interno dell’esecutivo mancano le idee e le competenze necessarie ad affrontare l’epidemia da coronavirus. Si è rincorso il contagio senza mai prevenirlo, come se lo si potesse sconfiggere a colpi di decreto.
Le elezioni americane da poco concluse hanno visto la vittoria dei democratici e la sconfitta del presidente uscente Donald Trump. All’indomani della “chiamata” del presidente eletto, Berlusconi si è congratulato con Biden augurandogli buon lavoro, diversamente dagli altri alleati italiani. Cosa è successo negli USA?
In democrazia ci sono dei fondamentali che vanno rispettati. L’esito del voto popolare si accetta, figuriamoci per una grande nazione come gli Stati Uniti d’America. Tenendo conto della mia cornice valoriale e degli ideali politici in cui credo, fossi stato cittadino americano avrei militato da sempre tra le fila dei repubblicani del Grand Old Party. Allo stesso tempo, però, confesso che non ho avuto simpatia per le decisioni assunte dall’amministrazione Trump in questi quattro anni di mandato. Questo sovranismo spinto ha fatto sì che la sinistra tornasse a mobilitarsi attorno al candidato del Partito Democratico Joe Biden, non certo un estremista. È un po’ lo stesso copione del film che abbiamo visto in occasione delle elezioni regionali in Toscana. Eugenio Giani, nonostante sia una persona rispettabilissima ed un politico di lungo corso, ha portato comunque a casa la vittoria pur non essendo un candidato di punta del centrosinistra. Il centrodestra può vincere, e lo ha dimostrato in passato, con figure in grado di convincere l’elettorato storicamente di sinistra a cambiare schieramento, ma ciò non è possibile se candidiamo i nostri “Trump di turno”. I populisti hanno spinto il centrosinistra ad una contro-mobilitazione per sbarrare la strada al successo della nostra coalizione.
Tornando alle questioni di casa nostra, che clima si respira all’interno di FI relativamente ai rapporti con i partiti della galassia centrista e con gli alleati più marcatamente spostati a destra come Lega e Fratelli d’Italia?
Voglio precisare ancora una volta che il nostro campo di gioco è il centrodestra, che in Italia esiste perché lo abbiamo inventato noi. Lo ha creato Silvio Berlusconi nel 1994. Forza Italia è sempre stata determinante in questo schema di alleanze: è il perno delle coalizioni di centrodestra e rappresenta la casa dei moderati e dei liberali. Negli ultimi anni alle amministrative, laddove sono state presentate coalizioni a forte trazione moderata, i candidati ne sono usciti vincitori.
Ricordo che nella rossa Toscana siamo riusciti a conquistare città capoluogo di provincia come Arezzo, Grosseto, Pistoia, Massa, Pisa e Siena grazie al contributo determinante di Forza Italia. Purtroppo negli ultimi due anni i candidati non hanno sfondato perché a mio avviso non hanno risposto al profilo delineato poc’anzi. In questa fase penso sia necessario allargare il nostro orizzonte di dialogo alle formazioni centriste, ma chiarendo fin dall’inizio che le categorie politiche di destra e sinistra sono ancora valide.
Si riferisce a politici di Forza Italia e del centrodestra che hanno sposato il progetto di Italia Viva nell’ultimo anno?
In realtà sono pochi gli esponenti di FI che hanno strizzato l’occhio a Italia Viva. Voglio ricordare che Matteo Renzi è parte integrante del centrosinistra ed è colui che rivendica fieramente di aver permesso la nascita del governo giallorosso, un governo che reputo non competente per affrontare le questioni più delicate per il nostro Paese. I moderati possono ricordarsi i risultati conseguiti da Berlusconi, Renzi ha fondato da poco il suo partito e non sembra stia facendo molta strada.
Forza Italia in ogni caso porterà alla discussione sulla legge di bilancio le sue idee per cercare di affrontare questa crisi tragica, pur rimanendo convintamente all’opposizione.
Questo perché siamo certi che non esistono soluzioni semplici a problemi complessi.