Il bollettino dell’ABI: “Prestiti al minimo, aumentano i fallimenti”
Un’analisi che ci avvicina a grandi passi alla fine di un 2013 difficile, forse l’annus horribilis dell’economia italiana dall’inizio della crisi. A farne le spese sono state le banche italiane e i suoi clienti, come confermato dal bollettino di novembre dell’ABI – l’associazione delle banche italiane –, che ha registrato una forte diminuzione del credito a famiglie e imprese del -3,99% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-3,7%). La stretta del credito sarà anche aumentata ma il valore dei prestiti concessi dagli istituti italiani all’economia nel 2007 (anno pre-crisi) ammontava a 1.673 miliardi di euro (contro i 1.851 mil registrati soltanto alla fine di novembre 2013), mentre oggi i fondi concessi a famiglie e imprese corrispondono a 1.426 miliardi (diversamente dai 1.279 mil sborsati nel 2007). Il bollettino ABI però sottolinea che l’ammontare del periodo novembre 2013 “è nettamente più alto della raccolta da clientela pari a 1.736 miliardi”.
Secondo l’Associazione, la difficoltà dell’accesso al prestito “risente del persistere della negativa evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche, cioè il Pil e gli investimenti”. Non solo, “a seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta”. Preoccupa anche il fallimento di molte imprese nostrane, che ha raggiunto il 12% su base annua secondo il Cerved, gruppo che offre servizi a banche, manager e professionisti del settore. Tra l’altro il tasso medio per l’accesso al credito da parte delle Pmi per i prestiti fino a 1 milione di euro ha toccato il 4,33%, notevolmente più alto del 3,83% fatto registrare nel resto dell’Eurozona.