Unione bancaria europea, scontro Saccomanni-Schäeuble poi arriva l’intesa
Il terzo governo Merkel (in modalità Große koalition) non ha avuto neanche il tempo di godersi il giuramento al Bundestag che si è messo subito al lavoro. La cancelliera ha preso un volo per Parigi, destinazione Eliseo, dove ha incontrato il presidente della Repubblica francese François Hollande, mentre il ministro delle Finanze (riconfermato) Wolfgang Schäeuble ha partecipato la scorsa notte alla delicatissima riunione dell’Eurogruppo, che riunisce i ministri economici dei 17 paesi d’area euro. Il tema del consesso è stato la creazione dell’unione bancaria, questione ancora calda e di difficile risoluzione nell’immediato.
Ma stamattina, prima della riunione dell’Ecofin (il vertice dei 28 ministri delle Finanze dell’Ue), il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn ha parlato di “progressi decisivi” avvenuti nelle sette ore di trattativa notturna all’Eurogruppo. Ed è evidente come le pretese dei rappresentanti tedeschi si siano affievolite nel corso del vertice.
Pare però che nei giorni scorsi le trattative degli “sherpa” europei rischiavano di venire vanificate da due missive a firma di Fabrizio Saccomanni (pubblicata la scorsa notte dal Wall Street Journal) e dello stesso Schäeuble indirizzate al presidente di turno dell’Ecofin, al commissario per il Mercato interno e i Servizi Michel Barnier e al presidente della Bce Mario Draghi rispettivamente il 13 e il 12 dicembre. Tra i due ministri ci sono state delle divergenze sul Meccanismo unico europeo sulla risoluzione delle crisi bancarie (SRM) e sul Fondo di risoluzione (SRF).
Sono state due le richieste particolari di Saccomanni: velocità d’azione del meccanismo di risoluzione e chiarimento sulla modalità di voto (in un primo momento si è pensato di assegnare i voti in base al PIL nazionale in percentuale del PIL europeo, poi con il metodo “una testa, un voto”). In definitiva il responsabile del Mef ha chiesto all’Ue “più tempo per costruire un’unione bancaria che funzioni correttamente”.
Dal canto suo, Schäeuble ha fatto sapere in un primo momento che avrebbe preferito “un meccanismo di risoluzione unico europeo alimentato principalmente dai fondi nazionali di risoluzione, che intervengono comunque dopo il bail-in e quindi con eventuali perdite accollate in prima battuta ai creditori privati”.
In mattinata la querelle italo-tedesca è rientrata dopo il pre-accordo della notte ma i 17 non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali. Alle 11 è cominciato il vertice dei 28 ministri delle Finanze europei e, in occasione della pausa dei lavori, Fabrizio Saccomanni si è detto fiducioso per un’intesa definitiva che soddisfi tutti: “Non so se stasera o stanotte, ma sono stati compiuti dei passi positivi, verso la direzione da noi auspicata, ora siamo alla stesura di tre documenti, siamo ai dettagli”. Un accordo difficile che dovrà essere approvato anche dall’intransigente Gran Bretagna, non nuova alle maratone notturne e ai colpi di scena dell’ultimo minuto.