Natale in carcere, niente servizi sociali per Cuffaro. L’ex Presidente della Giunta regionale siciliana, Salvatore Cuffaro, non passerà il Natale a casa. Al contrario resterà in prigione, in quanto il Tribunale di sorveglianza – presieduto da Albero Bellet – ha rifiutato la richiesta degli avvocati dell’ex Udc di affidamento ai servizi sociali. Era stata la stessa Procura generale ad esternare un giudizio favorevole affinché Cuffaro svolgesse l’attività lavorativa presso un istituto di non vedenti a Roma.
L’ex presidente della Regione Sicilia, condannato a sette anni per favoreggiamento aggravato di Cosa Nostra, la mafia siciliana, sta scontando la pena, da gennaio 2011, presso il carcere romano di Rebibbia.
Il rifiuto da parte del Tribunale di sorveglianza, deriva dalla mancata collaborazione di Cuffaro con la magistratura. Questa, per i reati di mafia, è una ‘condicio sine qua non’ per accordare l’affidamento in prova ai servizi sociali.
Non si sono fatte attendere le proteste dei legali del politico, Maria Brucale e Giovanni Vaccaro, rilevando che Cuffaro non è stato condannato per il 416 bis o per concorso esterno in associazione mafiosa ma per favoreggiamento aggravato: in questo caso la disciplina è meno rigida e quindi, si è pensato che non si dovesse dimostrare la volontà collaborativa del condannato. Ma il Tribunale di sorveglianza ha ritenuto che l’ex presidente della regione Sicilia possa ancora collaborare per ulteriori indagini e per questa ragione ha rigettato la richiesta di affidamento ai servizi sociali.
Daniele Errera