Cuba, avanza la “revolución liberal” di Raúl Castro
Venerdì, i membri del governo cubano hanno approvato il progetto delle politiche economiche e di bilancio dello Stato da attuare nel 2014. Secondo tale progetto, gli investimenti previsti soprattutto nell’ambito delle infrastrutture garantirebbero pienamente un aumento del PIL del 2,2% entro la fine 2014. Inoltre, l’espansione economica di Cuba sarà dovuta soprattutto grazie all’industria saccarifera, all’agricoltura, alle attività alberghiere e al commercio.
L’economia cubana sta affrontando un processo di rinnovamento continuo, e ormai avanzato: infatti, sin dell’insediamento di Raúl Castro nel 2008, il governo cubano ha avviato varie riforme economiche, come quella recente in ambito monetario, che probabilmente è la più rilevante fra quelle finora intraprese. Infatti, è stata annunciata la fine del “doppio sistema monetario” che, introdotto dopo la caduta dell’Unione Sovietica per risolvere la grave crisi economica del Paese, finora aveva creato soltanto distorsioni e disuguaglianze economiche fra i cittadini cubani.
Il peso cubano convertibile (CUC), equivalente a 1 dollaro statunitense, era riservato ai turisti e ai cubani come pagamento di benzina, alberghi, ristoranti e la maggior parte di cibi e prodotti importati, mentre i dipendenti statali e i pensionati utilizzavano il “comune” peso cubano (CUP), pari a circa 0,04 dollari. Tuttavia, il governo cubano ha annunciato che simili distorsioni saranno presto cancellate, e il CUC e il CUP saranno gradualmente unificati.
Non è ancora stato annunciato quando ciò avverrà ma, probabilmente, saranno necessari alcuni anni affinché si realizzi in maniera definitiva per evitare eventuali contrazioni economiche, come un aumento dell’inflazione. Pertanto, è stato preferito mantenere ancora invariati i tassi di cambio.
Infine, va aggiunto che la fine del “doppio sistema monetario” non è l’unica novità intrapresa dal governo cubano: infatti, è stata annunciata anche la liberalizzazione del mercato, così da permettere che il prezzo dei veicoli sia fissato dalle leggi della domanda e dell’offerta. Di conseguenza, sarà abolito gradualmente il precedente sistema di compravendita delle vetture, in vigore dal 1959.