Napolitano: “Intervenire sulle carceri è un dovere morale”

Pubblicato il 21 Dicembre 2013 alle 20:22 Autore: Gabriele Maestri
napolitano a strasburgo contestato dalla lega

Napolitano: “Intervenire sulle carceri è un dovere morale”

Nuovo intervento del capo dello Stato sul delicatissimo problema del sovraffollamento carcerario. Giorgio Napolitano si esprime di nuovo in un messaggio inviato alla segretaria dei Radicali italiani Rita Bernardini, sottolineando che “Cambiare profondamente le condizioni delle carceri in Italia” è “un dovere morale”.

Richiama il suo messaggio messaggio alle Camere del 7 ottobre, legato proprio all’emergenza in cui versano i detenuti in molti istituti di pena (e alle conseguenze che possono derivare dalle censure mosse dalla Corte europea dei diritti dell’uomo): “In quella sede – nota il presidente – ho sottolineato come la necessità di cambiare profondamente le condizioni delle carceri in Italia costituisce non solo un imperativo giuridico e politico, imposto sia dalla Convenzione europea sia dalla nostra Carta costituzionale, ma anche e soprattutto un dovere morale”.

napolitano Intervenire sulle carceri è un dovere morale

Tocca certamente allo Stato provvedere alla sicurezza dei cittadini e assicurare giustizia a chi è rimasto vittima di un reato, ma non per questo non deve curarsi che “i luoghi di detenzione non umilino la dignità delle persone e corrispondano alla funzione rieducativa della pena». La soluzione poteva e potrebbe stare in interventi legislativi, amministrativi e anche in provvedimenti di clemenza come l’amnistia o l’indulto; urgente anche accelerare i tempi di amministrazione della giustizia, “anch’essi attualmente incompatibili” con i principi della Cedu e con l’articolo 111 della Costituzione.

Ha ben presente però Napolitano che queste sono questioni politiche, per cui “spetta al Parlamento, eventualmente sentendo il governo, assumersi la responsabilità di ritenere essenziale o non essenziale, ai fini del rispetto delle indicazioni della Corte di Strasburgo, l’adozione delle ipotizzate misure di clemenza, anche alla luce delle misure che saranno state eventualmente adottate nel frattempo”.

Gabriele Maestri

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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