Angelino Alfano apre alla riforma elettorale chiesta a più riprese dal neosegretario del Pd Matteo Renzi. “La scelta migliore è quella del sindaco d’Italia con una base parlamentare decisa direttamente dal corpo elettorale, come accade per i consigli comunali, e una quota destinata a un premio di maggioranza con eletti, sempre scelti dai cittadini, ma la cui elezione è legata alla vittoria del capo della coalizione. Sarebbe questo il premio di maggioranza che garantirebbe la formazione del governo e la stabilità, così come avviene nei consigli comunali dove il sindaco trascina un bel pò di eletti”.
Dichiarazioni rilasciate in un’intervista al Mattino in cui il vicepremier e leader del Nuovo centrodestra si dice “pronto a ragionare sul doppio turno di coalizione”. Alfano ribadisce la necessità di un patto di maggioranza, dopo di che “è auspicabile coinvolgere le altre forze parlamentari”. La proposta è quella di “adottare la legge in vigore per i Comuni limitandosi all’indicazione del capo della coalizione, a Costituzione invariata”. Il ministro degli Interni aggiunge che il punto fondamentale è “evitare che il dibattito sulla legge elettorale appaia come un mezzo per perdere tempo ma nello stesso tempo la fretta non deve essere dettata dalla voglia di avere tutto pronto per le elezioni a maggio”, dato che “occorre garantire al governo quei dodici mesi di cui ha bisogno il Paese”.
Nell’intervista Alfano si dedica anche a difendere la legge di stabilità: “A chi chiedeva più coraggio posso solo rispondere che non è mancato, piuttosto sono mancati i soldi”. Quanto al taglio del cuneo fiscale, “vogliamo rilanciare, a partire da gennaio, affinchè tutti i soldi derivanti dalla spending review servano ad abbassare le tasse sul lavoro”. Battuta finale anche sul rapporto, non più idilliaco, con Silvio Berlusconi: “L’ho sentito il giorno della decadenza e di recente non c’è stata occasione per parlare ma conosco molto bene ciò che pensa”.