La lettera di Cossiga a Napolitano
È il 2 novembre del 2005 e l’allora senatore a vita Francesco Cossiga scrive una lettera a colui che, di lì a pochi mesi, sarebbe diventato il nuovo Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Ho molto apprezzato il riferimento al dissenso dell’area riformista del Pci su episodi che hanno dolorosamente coinvolto la mia persona”, scrive Cossiga che poi aggiunge: “Ma alcuni che dissentivano da te si sono ricreduti”.
Le parole di Cossiga si riferiscono al 1991, quando, da Presidente della Repubblica, entrò in fortissimo contrasto con l’allora Pds (l’erede del Pci), che ne chiese l’impeachment e gli affibbiò il famoso appellativo di “picconatore”, a causa dei continui travalicamenti dalle proprie funzioni. Più o meno analoghe accuse vengono mosse oggi allo stesso Napolitano.
In quella lettera all’attuale Capo dello Stato, Francesco Cossiga manifesta quindi apprezzamento per le posizioni assunte dall’ala “riformista” (nota anche come “migliorista”) del Pds, durante gli anni più difficili del suo settennato. Napolitano, che era la guida dei miglioristi, espresse contrarietà e dissenso rispetto alle posizioni del suo partito, che si era unito nel cavalcare l’insofferenza verso il Capo dello Stato, culminato nel dossier di 40 pagine per la messa in stato d’accusa.
Ma, pur avendo sottolineato che al “Quirinale si era totalmente smarrito il senso della misura”, Napolitano criticò il suo partito. La lettera di Cossiga a Napolitano si conclude con l’augurio che “il centrosinistra (anche se con il trattino) si realizzi”. Infine una sorta auspicio: “Ma perché non eleggerti capo dello Stato? Io ti voterei!”.