La tassa sulla casa, cancellata l’Imu, potrebbe tornare nel 2014, più agguerrita che mai. Stiamo parlando della famigerata Tasi che, a conti ancora da fare, per molti contribuenti potrebbe perfino essere più onerosa dell’Imu.
Quel che è certo è che, per l’anno a venire, il discorso relativo alla tassazione sugli immobili si farà ancora più complesso: vi sarà un nuovo tributo, lo Iuc, che però si articolerà in due distinte voci, la Tasi (Tassa sui servizi indivisibili) e la Tari (Tassa sui rifiuti) e quindi in realtà si tratta di due tasse con presupposti e aliquote ben distinti. Sugli immobili diversi dall’abitazione principale oltre allo Iuc ci sarà ancora l’Imu, abolita solo per la prima casa.
Proprio relativamente alle abitazioni non principali, la modulazione della Tasi (salvo modifiche) dovrebbe essere la seguente: la somma tra aliquota Tasi e aliquota Imu non potrà superare l’aliquota massima dell’Imu, e cioè l’1,06%. È però una regola che nei grandi Comuni rende di fatto inapplicabile la Tasi perché l’Imu, soprattutto sulle case sfitte, è già al massimo e quindi qui spazi di manovra per trovare nuove risorse per i Comuni non ce ne sono.
Che il governo abbia fatto un mezzo pasticcio, lo si comprende anche dai soggetti sui quali dovrebbe gravare la Tasi, se sul proprietario dell’immobile o sull’eventuale conduttore. Anche qui si è scelta una strada ibrida e francamente poco chiara: all’inquilino spetta una quota tra il 10% e il 30% del tributo e il Comune potrà determinare all’interno di questo intervallo quanto si dovrà pagare.
C’è poi il nodo Tari, che sembra una replica dell’attuale Tares: per chi, infatti, quest’anno ha già pagato la Tares, non dovrebbero esserci sorprese se non quella legate a un eventuale aumento, nell’ordine del 7% dovuto alla necessità di coprire con gli incassi tutti i costi del servizio rifiuti, mentre quest’anno i Comuni potevano stornare una parte dalla fiscalità generale. La Tari fa pagare proporzionalmente alla produzione teorica di rifiuti. Penalizzate le famiglie numerose ed gli esercizi pubblici. Da segnalare, infine, la novità relativa ai pagamenti dei canoni di locazione, da effettuarsi, al fine della tracciabilità, obbligatoriamente tramite bonifico e non più in contanti.