I Giovani Turchi all’assalto del job act renziano
I Giovani Turchi all’assalto del job act renziano
Il Job Act pensato da Matteo Renzi ha diviso il Pd. Se infatti martedì scorso era stato il ministro del Welfare, Enrico Giovannini, ad esprimere qualche dubbio sul piano del segretario Pd (“Abbiamo incentivato la trasformazione di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. La proposta del contratto unico è una delle vie possibili, ma non è l’unica”) ora a bocciarlo sono i Giovani Turchi democratici. “Si corre il rischio di cadere nello stesso errore della Fornero” scrivono sulla rivista Left Wing, i deputati Fausto Raciti, Valentina Paris, Chiara Gribaudo e Matteo Orfini. “Camminare sulla testa dei meccanismi che regolano il mercato del lavoro (i contratti) anziché sulle gambe della crescita e così rischia di essere, nella migliore delle ipotesi, inutile”. “Tagliare il cuneo fiscale e rendere le regole del lavoro meno macchinose non è la soluzione” spiegano i Giovani Turchi che criticano soprattutto la riforma riguardante il contratto a tempo indeterminato “Se da un lato va nella direzione giusta, dall’altro lasci almeno due fronti aperti. In primo luogo, la copertura statale dei contributi per i primi tre anni non risolve il pericolo di ricircolo dei lavoratori”. A loro risponde, Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria: “Stupisce che alcuni rappresentanti del nostro partito ricorrano allo strumento della critica preventiva. Suggeriamo ai Giovani Turchi di aspettare la presentazione del job act e di non basarsi su anticipazioni giornalistiche”.
Andrea Turco