Contratto di lavoro unico, Landini apre a Renzi
Sembrano ora più vicini, Maurizio Landini e Matteo Renzi; anzi, prima ancora, a riavvicinarsi sembra l’intero mondo sindacale e il Pd del nuovo corso, incarnato dal sindaco di Firenze e nuovo segretario. Oggi, infatti, dal segretario nazionale della Fiom – solitamente considerata l’ala più dura della Cgil – è arrivata, attraverso un’intervista a Repubblica, una significativa apertura al modello del contratto unico che Renzi suggerisce nel suo job act.
Per Landini (come per Renzi) è essenziale semplificare il quadro burocratico del lavoro, spazzando via le forme di contratti – dalle collaborazioni al lavoro a progetto, fino a quello interinale – che hanno avuto essenzialmente l’effetto di rendere il lavoro più precario: “sono contratti che non servono né alle imprese né ai lavoratori”. Resterebbero così solo le possibilità dei contratti a tempo indeterminato, a tempo determinato, del part time e dell’apprendistato.
In questa chiave, quella del contratto unico suggerito da Renzi “può essere la strada per ridurre la precarietà”, “dico sì” se “vuol dire cancellare una serie di forme contrattuali inutili che hanno soltanto precarizzato il mondo del lavoro”. Tiene Landini a chiarire che non si tratta affatto di una rinuncia, o di una sospensione all’articolo 18: “Il contratto unico a tempo indeterminato avrebbe tutte le tutele, si tratterebbe solo di allungare il periodo di prova“. E sarebbe un miglioramento rispetto alla completa mancanza di tutela che oggi i precari devono affrontare.
Di questo si discuterà (anche se Landini preannuncia la necessità di “un periodo congruo durante il quale verificare gli interessi delle imprese e dei lavoratori”), come pure della necessità di una legge sulla rappresentanza sindacale, istanza condivisa dal leader della Fiom e da Renzi. Sono invece distanti sulla possibilità di sostituire la cassa integrazione con il sussidio di disoccupazione: secondo Landini la cassa va estesa a tutti i settori (e finanziata con i contributi di imprese e lavoratori), mentre il fisco deve finanziare un reddito minimo garantito.
Tutto questo però, secondo Landini, non può essere realizzato dal governo Letta, non potendo convivere i progetti di Renzi e le “idee ottocentesche” di Alfano: prima si va a votare, con una nuova legge elettorale, e meglio è. In ogni caso, l’apertura di Landini è vista con favore da Raffaele Bonanni della Cisl (“E’ un interessante novità”), che giudica il modello di contratto unico proposto da Renzi come “una buona base di partenza”, di un disegno che deve puntate a stabilizzare il lavoro precario e a pagare di più la flessibilità.