Doppi incarichi: così tanti, così incontrollabili
Doppi lavori. Se ne occupa il Fatto Quotidiano denunciando il caso di Padova: un’immoralità diffusa, tale da stimare più dipendenti di Palazzo Moroni allo stesso tempo stipendiati da altri enti.
E’ il 5 dicembre quando viene alla luce il caso ‘doppi incarichi’ dei lavoratori del Comune veneto. Daniele Formaggio, cerimoniere comunale, è al centro di polemiche: Flavio Zanonato, Ministro dello Sviluppo Economico (ed ex sindaco della città, ndr), lo nomina, per il Ministero da lui presieduto, consulente a domicilio presso la Prefettura padovana. Sono 65.000 euro lordi l’anno.
Ma è solo uno dei tanti. Anche il capo settore della Protezione Civile cittadina, Gaetano Natarella, fa parte della lista: da maggio 2012 lavora anche per Veneranda Arca di Sant’Antonio, ente che gestisce il patrimonio della omonima basilica padovana. Fine? Troppo poco: Natarella è anche il responsabile della sicurezza dello stadio Euganeo ed addirittura lavora per la società calcistica Padova che, guarda caso, utilizza l’Euganeo come impianto sportivo.
E la legge cosa dice? E’ il TUEL, Testo Unico degli Enti Locali a disciplinare la materia: solo i dipendenti a tempo parziale “purché autorizzati dall’amministrazione di appartenenza, possono prestare attività lavorativa presso altri enti”. Il conflitto di interessi è sentenziabile qualora il secondo lavoro sia incompatibile con la carica pubblica ricoperta. Ed il controllo è opera dell’Autorità nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle Amministrazioni Pubbliche, l’A.N.A.C.
Questa commissione, istituita nel 2010 dall’allora Ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, sostiene però di non avere mezzi adeguati: “noi non possiamo passare al setaccio tutti gli incarichi autorizzati dai Comuni italiani ai loro dipendenti, è un’operazione impossibile. Anche perché siamo solo in 30 persone. Allora ci limitiamo a raccogliere le segnalazioni da parte dei cittadini via mail e verifichiamo le situazioni di incompatibilità con la legge”.
Ma le pene sono superficiali: la legge anticorruzione voluta durante il Governo Monti non prevede dimissioni forzate, ma solo tagli ai premi di fine anno. E la pagina web sui siti istituzionali dei Comuni, nella quale andrebbe pubblicata la lista dei doppi incarichi, spesso non c’è o se è stata creata non ha la sezione in questione. Eppure è un obbligo. Una situazione presente dalle Alpi alla Sicilia: tutto il mondo è paese.
Daniele Errera