Due attentati in 24 ore a Volgograd: Russia sotto attacco?
Due attentati in 24 ore a Volgograd: Russia sotto attacco?
Sarebbe stato un uomo, a differenza dell’attentato di ieri alla stazione dei treni di Volgograd portato a termine da una donna kamikaze, a farsi esplodere su un filobus alle 8 e 23 minuti nell’importante centro nel sud-ovest della Russia. Secondo gli investigatori l’esplosione è stata causata da 4 kilogrammi di esplosivo al quale erano state aggiunte delle schegge, per aumentarne l’efficacia, particolare che collegherebbe l’attentato di stamattina con quello di ieri: per l’autorità russe i due congegni potrebbero essere stati costruiti nello stesso posto e dalle stesse persone, anche se ancora nessun gruppo ha ancora rivendicato gli atti di terrorismo.
14 i morti accertati, tra questi anche un bambino di un anno, 23 i feriti: agghiacciante che alcuni cittadini coinvolti fossero parenti di quelli colpiti nell’attacco di ieri, qualcuno stava tornando dall’ospedale dove aveva visitato i propri consanguinei rimasti feriti nell’attentato della stazione. Dall’1 al 3 Gennaio tutta l’ex Stalingrado sarà a lutto, mentre Putin “rispolvera” i Cosacchi, mobilitati per svolgere ronde in città nell’ambito di un rafforzamento della sicurezza in vista del conto alla rovescia per le Olimpiadi di Sochi: “non nutriamo alcun dubbio sul fatto che le autorità russe saranno all’altezza del compito” riferisce un portavoce del Comitato Olimpico Internazionale.
Non tutti in Russia la pensano così però: Radio Echo, emittente di Mosca, ha intervistato Aleksei Filatov, un ex agente segreto dell’antiterrorismo, il quale ha dichiarato che gli apparati di sicurezza russi sapevano che il “sottosuolo di cellule islamiste nel Caucaso” non si sarebbe mai lasciato scappare l’occasione di scatenare un’offensiva in vista dei giochi Olimpici sul Mar Nero di Febbraio, tuttavia “le risorse non vengono spese per la prevenzione ma per la maggior parte nell’installazione di metal detector”. Dietro l’uso di questi strumenti, sicuramente utili, si nasconde un vero e proprio business, detto in altri termini, un giro di affari che si svolge sulla pelle di tutti i russi.
Le autorità rispondono alle polemiche rassicurando sul fatto che a Sochi verranno utilizzati mezzi molto più sofisticati: droni per i controlli dall’alto degli impianti sportivi, robot in grado di rintracciare la presenza di esplosivi oltre a 22 mila agenti che in pratica militarizzeranno la città, pur “rimanendo invisibili” e “senza disturbare i partecipanti” rassicura Aleksei Lavrishschev, portavoce delle forze di sicurezza. Una città “chiusa” per tre mesi causa sicurezza? Anche su questo in molti alzano voci discordanti con la versione ufficiale: “solo una scusa per impedire le manifestazioni contro una cementificazione selvaggia” denunciano gli ambientalisti.