Franceschini apre a Renzi sul rimpasto di governo ma il Nuovo Centrodestra è contrario
La riforma della legge elettorale parte da un accordo politico tra la maggioranza che sostiene il governo e i partiti di opposizione. Ne è sicuro il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, che in un’intervista alla Stampa spiega la sua idea. “Sulla legge elettorale immagino un accordo quadro in gennaio che parta da un’intesa tra le forze che sostengono il governo ma che punti a coinvolgere anche i partiti dell’opposizione. Poi, sulla base di quell’accordo, il Senato potrà lavorare sul superamento del bicameralismo, e parallelamente la Camera sulla legge elettorale del solo ramo del Parlamento che resterà elettivo. Il che consentirà anche di ragionare su sistemi come il doppio turno di coalizione”.
Franceschini entra poi nel dettaglio della sua proposta: “Nella nuova legge bisogna inserire due righe per avere una norma di salvaguardia per il sistema di voto al Senato, nel caso sciagurato si andasse a votare prima che sia completato il percorso che porti al monocameralismo”. Il ministro non chiude alla possibilità di un rimpasto di governo chiesto a gran voce da Matteo Renzi: “Dopo aver realizzato il patto sull’agenda e sulle riforme, si potrà arrivare anche a un rafforzamento della squadra”.
Ma sono in molti all’interno del Pd a chiedere al governo un cambio di passo. Tra di loro Paolo Gentiloni e Fabrizio Barca. L’ex ministro , in un’intervista all’Unità, spiega che il momento per rimescolare le carte è arrivato. “Le condizioni politiche ci sono. D’altra parte è quello che hanno chiesto i tre milioni di persone che sono andate a votare il segretario del Pd. Hanno chiesto che il partito facesse sentire la sua presenza al governo che fino ad allora si era sentita poco. Si tratta, in sostanza, dell’attuazione di un mandato, un dovere del Pd di mettere mano alle due questioni più impellenti: la legge elettorale, per ricreare un rapporto fiduciario tra noi e gli eletti, e la ripresa di un ciclo economico che ci aiuti a uscire dal pantano”.
Ma è dal Nuovo Centrodestra che arrivano gli stop all’attivismo del segretario democratico. “Renzi ha ragione sull’accelerazione, dobbiamo passare alla fase delle scelte. Ma stiamo attenti a non disperdere quello che abbiamo conquistato governando in una fase difficilissima. Stiamo vivendo un cambiamento epocale nella politica italiana. Se ci affacciassimo di nuovo su quel burrone che abbiamo sfiorato nel 2013 il vero rischio sarebbe quello di perdere tutti quanti. E con noi finirebbe uccisa nella culla questa stagione di rinnovamento, insieme a tutti i suoi protagonisti, nessuno escluso” ammonisce il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello.
Il suo collega Maurizio Lupi chiude invece ad un possibile rimpasto di governo: “Se Renzi vuole fare il monocolore del Pd, sbaglia indirizzo”. Dichiarazioni che collimano con quelle del ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, che dalle colonne dell’Unità lancia un avvertimento a Renzi. “I rimpasti sono il pane quotidiano della vecchia politica. Se è un problema di poltrone, prego, facciano pure, perchè queste poltrone non sono comode”.