Il tentato golpe in Congo e il business delle chiese evangeliche
E’ forse il primo tentativo di golpe realizzato da un predicatore quello avvenuto nella Repubblica Democratica del Congo. Un gruppo di giovani armati ha attaccato l’aeroporto di Kinshasa, il principale campo militare della città e la TV di stato dove hanno costretto due commentatori a leggere un messaggio prima di interrompere le trasmissioni. Il messaggio, rivolto al presidente congolese Kabila, diceva che Paul Joseph Mukungubila era venuto a liberarlo dalla schiavitù ruandese.
Paul Joseph Mukungubila, detto Gideon, è uno degli ormai numerosissimi pastori evangelici che “battono” l’Africa mietendo seguaci, accumulando ricchezze estorte ai fedeli sotto forma di offerte, e plagiando milioni di persone. Questo personaggio – che il 5 dicembre scorso ha scritto, pubblicandola su facebook, una farneticante lettera aperta al presidente del Congo, si fa chiamare Profeta dell’Eterno e di un rinascimento africano del quale lui stesso sarebbe il leader e il condottiero.
E’ un personaggio bizzarro, ma l’Africa ne è piena. Si tratta di personaggi che riempiono un vuoto di leader capaci di raccogliere speranze, obiettivi e velleità di una società civile frustrata dalla politica e dalla corruzione dei politici. Paul Joseph Mukungubila ha lanciato allo sbaraglio quaranta giovani, armati di pochi fucili e di machete, che naturalmente le forze speciali di Kabila hanno immediatamente ucciso. Tutto questo probabilmente per apparire, per raccogliere consensi e fedeli.
La caratteristica di questi profeti religiosi è anche quella di toccare questioni reali, nervi scoperti. Paul Joseph Mukungubila ha infatto affrontato la questione del Ruanda che approfitta, illecitamente, delle ricchezze minerarie dell’est del Congo e dell’incapacità dei politici di capitalizzarle a favore della popolazione.
Questa moltitudine di pastori evangelici che infestano l’Africa e che si fanno sempre più audaci e pericolosi è il frutto delle speranze deluse delle popolazioni che, nonostante la crescita economica formidabile di alcuni paesi, non riescono a vedere un futuro a loro favorevole. Sono un segnale preoccupante: questa volta in Congo quaranta giovani sono stati sacrificati. Il rischio è che non saranno gli ultimi.