Corte dei Conti: “Lusi restituisca 23 milioni allo Stato”
Saranno quasi 23 i milioni di euro che Luigi Lusi, l’ex tesoriere della Margherita, dovrà restituire allo Stato per danno erariale. Così si è espressa la Corte dei Conti del Lazio con un giudizio pubblicato stamane.
Ma i guai per Lusi non sono finiti: infatti l’ex esponente del centro sinistra, agli arresti dal settembre 2012 nel Santuario della Madonna dei Bisognosi a Carsoli (L’Aquila), ma poi scarcerato a maggio, è già sotto processo per appropriazione indebita per la gestione dei fondi del suo ex partito politico, ‘Democrazia è Libertà – La Margherita’.
La cifra che l’ex senatore democratico è tenuto a restituire equivale a 22.810.200 euro. E’ la somma di quanto avrebbe sottratto dall’anno in cui fu nominato tesoriere, il 2002. Nella sentenza si può leggere come l’ex tesoriere diellino sia citato in giudizio “per illecita gestione, in qualità di tesoriere, dei fondi ricevuti dal partito politico ‘Democrazia è Libertà-La Margherita’ a titolo di rimborso per le spese elettorali dei partiti politici”.
Le indagini sui 23 milioni partirono quando la Banca d’Italia segnalò un’operazione sospetta riguardo l’acquisto di un appartamento nelle vicinanze di Campo de’ Fiori, presso via Monserrato, proprio nel centro storico di Roma. Gli inquirenti si convinsero che Lusi era riuscito a mettere le mani su quell’esorbitante cifra (derivante dai rimborsi elettorali), li avesse poi dirottati in Canada ed infine li abbia fatti rientrare nel ‘Bel Paese’ utilizzando lo scudo fiscale introdotto da Tremonti. Questo denaro sarebbe stato utilizzato in appartamenti presso Roma, nella zona dei Castelli Romani ed in Abruzzo.
L’avvocato di Lusi, Renato Archidiacono, si dichiara soddisfatto: “la decisione della Corte dei Conti è in linea con quanto da mesi il nostro assistito afferma: quei soldi devono essere restituiti allo Stato e non alla Margherita. Dal canto nostro abbiamo svolto sempre un ruolo di massima collaborazione con la Corte dei Conti, dicendoci da subito pronti alla restituzione di 16 milioni, perché sosteniamo che gli altri sei erano già stati versati come tasse. La sentenza in questo senso non riconosce la nostra posizione e quindi su questo siamo pronti a presentare appello”.
L’avvocato di ‘D-L La Margherita’, invece, sostiene “che si sia creato un conflitto di giurisdizione con il Tribunale di Roma, che ha invece ritenuto i fondi della Margherita di natura privata e non pubblica. Comunque la posizione di Lusi, – aggiunge Margherita Titta Madia, legale dell’allora partito politico – alla luce di questa sentenza, potrebbe aggravarsi perché potrebbe rispondere del reato di peculato, molto più grave di quello di appropriazione indebita che oggi gli viene contestato”.