Giornata storica, quella di ieri, per l’automobile italiana. La Fiat è diventata ufficialmente proprietaria unica del marchio Chrysler, dopo aver chiuso l’accordo con Veba (il fondo del sindacato dei metalmeccanici americani che deteneva oltre il 40% delle quote della casa automobilistica di Boston). Il regista dell’intera operazione, l’ad Sergio Marchionne, si è lasciato andare ad una battuta entusiastica: “Un accordo importante di quelli che rimarranno nei libri di storia”.
Molto buono il prezzo strappato da Fiat: inizialmente il Veba chiedeva 5 miliardi di dollari, mentre l’accordo si è concluso a 3,65, di cui 1,75 in contanti e 1,9 sotto forma di dividendo straordinario da parte di Chrysler; in sostanza, al Lingotto non servirà un aumento di capitale per salire al 100% di Chrysler, ma basteranno le risorse di quest’ultima e altre disponibili.
“Aspettavo questo giorno sin dal primo momento, sin da quando nel 2009 siamo stati scelti per contribuire alla ricostruzione di Chrysler”, sono le parole con cui il presidente di Fiat, John Elkann, commenta l’intesa, al termine di un lungo braccio di ferro. Elkann ha poi voluto ricordare come “il lavoro, l’impegno e i risultati raggiunti da Chrysler negli ultimi quattro anni e mezzo sono qualcosa di eccezionale” dando “il benvenuto a tutte le persone di Chrysler nella nuova realtà frutto dell’integrazione di Fiat e Chrysler”.
È quasi scontato rimarcare come un accordo di questa portata potrebbe contribuire al rilancio del sistema produttivo italiano. A tal proposito i sindacati esprimono soddisfazione: “L’accordo siglato in queste ore consentirà di procedere alla fusione e integrazione tra Fiat e Chrysler – commenta il segretario nazionale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano – rendendo disponibili ulteriori risorse finanziarie utili per rilanciare tutti gli stabilimenti del gruppo, con prospettive maggiormente positive per i lavoratori. Ora è indispensabile in tempi brevi procedere ad investire, come annunciato, negli stabilimenti italiani a partire da Mirafiori e Cassino”. Il segretario generale dei metalmeccanici Uil, Rocco Palombella, parla della “giusta conclusione di scelte che abbiamo ritenuto oculate, che consistono nel guardare fuori dall’Italia. Questo conferma che è stata scelta giusta”.
Anche il segretario generale della Cgil spezza una lancia a favore dell’accordo: “L’acquisizione della Chrysler da parte del gruppo Fiat mi pare un fatto di grande rilevanza, anche in ragione delle sinergie possibili e auspicabili sui mercati mondiali, oltre che per il riposizionamento della multinazionale rispetto alle case costruttrici concorrenti”. La Camusso, però, mette l’accento sul futuro del gruppo industriale in Italia: “Dopo questo importante passaggio che definisce l’assetto proprietario – prosegue – è indispensabile che Fiat dica cosa intende fare nel nostro Paese, come gli stabilimenti italiani possano trovare la loro collocazione produttiva nel gruppo, così come auspichiamo che la direzione dell’impresa, intendendo con questo la direzione strategica e la progettazione, resti italiana e mantenga una presenza qualificata in Italia”.