Le proposte lanciate oggi dal segretario del Partito democratico Matteo Renzi hanno comportato l’immediata reazione delle altre forze politiche. E se Berlusconi e i montiani si dicono possibilisti, il Movimento 5 Stelle non lascia aperto alcuno spiraglio al sindaco di Firenze.
Il primo a commentare l’attivismo renziano è Silvio Berlusconi: “A proposito di legge elettorale, colgo con positività il metodo proposto dal segretario del Pd Matteo Renzi sia rispetto alla possibilità di incontri e consultazioni bilaterali, sia rispetto al fatto che abbia messo sul tavolo diverse ipotesi, tra le quali c’è certamente una soluzione ragionevole, utile a garantire governabilità piena, un limpido bipolarismo e chiarezza di scelta per gli elettori”. Il Cavaliere poi aggiunge: “Colgo l’occasione, su un altro piano, per anticipare che, rispetto alle scadenze elettorali che già sono in agenda (e cioè le elezioni europee, e una consistente tornata amministrativa), la nostra posizione è chiara: serve un election day per garantire una alta partecipazione e un notevole risparmio di spese per lo Stato”.
Un’apertura arriva anche da Scelta Civica che “chiede da luglio un contratto di coalizione in cui si metta nero su bianco un programma di governo, con tempi certi e modalità di attuazione ben definite”, ha detto Benedetto Della Vedova, senatore e portavoce politico dei montiani. “Approviamo quindi l’accelerazione di Renzi e siamo pronti da subito a discutere, con le nostre proposte, i temi impostati dal segretario Pd”.
Chi invece chiude senza appello a qualunque collaborazione con il Pd è il Movimento 5 Stelle e lo fa con toni piuttosto duri. “Renzi si metta il cuore in pace, non ci sarà alcuna riforma del bicameralismo perfetto con l’aiuto del M5S. Cominci a restituire il maltolto”. Così su twitter Paolo Becchi, docente di filosofia del diritto considerato da molti ideologo di riferimento del Movimento, risponde alla proposta di Renzi di fare una riforma del Senato insieme. E sul blog di Grillo, dopo la proposta di Matteo Renzi di fare le riforme insieme, i pentastellati insistono: “Matteo Renzi, il leader telecomandato, continua ripetere a pappagallo le storielle che gli suggeriscono i suoi ignoranti mentalisti che nulla sanno né del Pd né (tantomeno) del Movimento 5 Stelle”.