Arriva la Lettonia, Eurozona a 18
Arriva la Lettonia, Eurozona a 18
La Lettonia è il diciottesimo stato entrato a far parte della zona euro: dal primo di Gennaio il lats, la moneta nazionale che aveva sostituito nel 1993 il rublo sovietico, è stato messo da parte in favore della moneta unica. Quest’ultima compie 15 anni: infatti era stata introdotta sui mercati finanziari nel 1999 anche se, nei primi 12 paesi che l’hanno adottata, è stata messa in circolazione solo due anni dopo.
I 2 milioni e 300mila cittadini lettoni si aggiungono ai vicini estoni, protagonisti dell’ultima adesione nel 2011, e agli altri, poco meno di 330 milioni di europei, che già usano la moneta dell’UE.
Non sono pochi quelli che tuttora mettono in discussione la sopravvivenza dell’Euro, per questo l’ingresso della Lettonia nella Comunità Monetaria è stato salutato dal Presidente della Commissione UE Barroso come “un evento importante non solo per la Lettonia ma per tutta la zona Euro, che rimane stabile, interessante e aperta a nuove adesioni”.
Per poter entrare nell’Euro, la Lettonia ha dovuto affrontare un duro percorso di riforme e risanamento dei conti: oggi il suo tasso di disoccupazione è dell’11,3%, inferiore alla media europea, il PIL è in crescita, +4% nel 2013 e si prevede del 4,1% nel 2014, il debito pubblico è inferiore al 40% del PIL, mentre il deficit è al 1,4%.
Secondo alcuni analisti con l’ingresso nella comunità monetaria la situazione economica lettone non potrà che migliorare: tassi di interesse più leggeri e taglio dei costi di conversione dal lats all’Euro (0,69 era il tasso di cambio) si accompagneranno alla stimolazione degli investimenti stranieri. Nel frattempo Standard and Poor’s ha migliorato il rating di Riga che passa da tripla B a B+.
C’è anche chi giudica la scelta della Lettonia come l’auto-condanna di un paese in forze. A preoccupare gli addetti ai lavori è anche la debolezza del settore bancario lettone, non ancora dotato di strumenti che permettano di effettuare controlli seri e costanti sulla legalità dei fondi che transitano sui conti delle banche nazionali, oltre alla corruzione diffusa e allo scarso ricambio generazionale, con l’età media che avanza e i giovani sempre più indirizzati verso il mercato del lavoro estero.
Anche i lettoni sono divisi: secondo i sondaggi di Tns il 52% è contrario, con un 19% di “no” assoluti all’adesione monetaria. Per Eurobarometro solo il 39% è favorevole, mentre l’80% è preoccupato per l’aumento dei prezzi.