Renzi replica a Fassina “Penso ad elettori del Pd non alle correnti o alle poltrone”.
Scrive un post sulla sua pagina Facebook Matteo Renzi per rispondere alle critiche mossegli da Stefano Fassina. Il vice ministro all’Economia si è infatti dimesso ieri dal suo incarico attaccando duramente il segretario del Pd “Ha una visione padronale del partito”. Accusa a cui il sindaco di Firenze ha replicato stamattina. “Stefano Fassina oggi mi accusa di avere una visione padronale del partito: non me ne ero accorto quando si trattava di confermare i capigruppo o di scegliere il presidente dell’assemblea o di tenere aperta la segreteria anche a persone non della maggioranza. Certo, a differenza di quello che avrebbe fatto la politica tradizionale il primo mio gesto non è stato chiedere il rimpasto, come Fassina mi ha chiesto su tutti i giornali”. E Renzi spiega perché non chiederà il rimpasto di governo. “Continuo a non chiederlo perché la preoccupazione del PD sono gli italiani che non hanno un posto di lavoro, non i politici che si preoccupano di quale poltrona possa cambiare. Sono i problemi dell’Italia che interessano al mio PD, non i problemi autoreferenziali del gruppo dirigente”. Il segretario dem è convinto che Fassina spiegherà la sua posizione “in direzione il prossimo 16 gennaio. Raccontandoci cosa pensa del Governo, cosa pensa di aver fatto, dove pensa di aver fallito. Lo ascolteremo tutti insieme con grande attenzione, così fa un partito serio”.
Il comportamento di Renzi nei confronti di Fassina non è però piaciuto a tutti all’interno del partito. Tra questi Pippo Civati. “Se ogni volta che uno propone qualcosa che non aggrada, Renzi tira fuori tanta supponenza, chi si azzarda più a sollevare la minima critica? Anzi, anticipo Renzi e me lo dico già da solo: Civati chi?” dice, con un filo di ironia, l’esponente Pd secondo cui “le dimissioni di Fassina sono la spia di qualcosa di ben più profondo di uno scontro fra due diverse personalità del Pd. Quel che è successo dimostra quanto sia fragile e instabile il rapporto fra l’intero governo Letta e il Pd a trazione Renzi”. Ma il segretario Pd va avanti per la sua strada forte del mandato ricevuto da “tre milioni di italiani che hanno chiesto al Pd coraggio, decisione e scelte forti. Stiamo cercando di rispondere a questa richiesta così forte dettando l’agenda alla politica”.