Unioni Civili, Alfano chiude “Nè ora nè mai”
Unioni Civili, Alfano chiude “Nè ora nè mai”.
Il quotidiano cattolico per eccellenza, Avvenire, intervista il vice premier e leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano. L’oggetto protagonista è quello degli ultimi giorni: le unioni civili. “Lavoro e famiglia. Sono queste le nostre priorità. Non possiamo restare in silenzio se il segretario del Pd prova a dire si parte da unioni civili e immigrazione”. E l’argomento ‘matrimoni gay’ diventa, quindi, parte integrante dell’intervista. Da sempre contro, il titolare del Viminale afferma che “non se ne parla oggi e non se ne parlerà mai”.
Fa eco al Ministro dell’Interno il capogruppo di Forza Italia ed ex collega di partito, Renato Brunetta. “Le unioni civili non sono una priorità. Renzi esca dalla sua logica da campagna elettorale e faccia una proposta seria. Prioritaria, per noi, è la crisi, le riforme costituzionali, la legge elettorale”. Poi l’ex Ministro della Pubblica Amministrazione si chiede: “che bisogno c’è di spaccare l’opinione pubblica e il Parlamento sulle unioni civili?”.
Il forzista continua sui diritti: “la mia posizione personale, da laico, è che mi riconosco nella famiglia prevista dalla Costituzione. Da economista, poi, sostengo che con risorse scarse il welfare vada concentrato su questo tipo di famiglia”, riprendendo così il discorso fatto dall’ex ministro del Welfare Sacconi, tempo addietro. “Sono favorevole – continua Brunetta – al riconoscimento di alcuni diritti di solidarietà e assistenza, indipendentemente dal sesso di chi convive. Ma senza oneri per lo Stato”. Ecco perché chiude nettamente alla pensione di reversibilità, “spaventosamente costosa” ed opportunistica.
Intervenendo sulla questione, l’attuale Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, avverte indirettamente Renzi della difficoltà di intraprendere un’attività parlamentare sulle unioni civili: “se Renzi fa sul serio, il percorso è impervio. Io porto cicatrici da una parte e dall’altra. In bocca al lupo ma attenti a quel che fate”. Memore del durissimo lavoro fatto sui Dico, al ribasso rispetto ai Pacs, verso il quale comunque si scatenò il Family Day organizzato dal centro destra e “di fatto ispirato dal cardinal Ruini”. Lì, “la Chiesa non capì la nostra prudenza e quello che mi si rivoltò contro era il mio mondo di provenienza”.
Parlando dei rischi, l’ex presidentessa del Pd afferma che, per quanto sia “sacrosanto occuparsi delle coppie di fatto etero e gay”, il rischio è che “o si annacqua il programma del Pd, quello sottoscritto da 12 milioni di persone, o si mette a repentaglio il governo”.
A buttare benzina sul fuoco, infine, ci pensa la deputata di ‘Per l’Italia’ Paola Binetti che prende ad esempio addirittura Papa Francesco: “il Papa parte dall’esperienza diretta di una bambina vera in una situazione vera: non si sottrae alla concretezza dell’esperienza, anzi ne ricava tutti gli elementi di positività ma anche complessità”. Qui “la bambina è triste, e alla base di quella tristezza c’è il fatto che l’amica della mamma non le vuole bene. Questa è ancora oggi la barriera più forte all’adozione o presenza di figli all’interno di una coppia gay. Questa è ancora oggi la barriera più forte all’adozione o presenza di figli all’interno di una coppia gay”. L’ex deputata democratica sostiene che oggi “si tende a esaltare tutti gli elementi positivi delle coppie gay e a lasciare in ombra le difficoltà”, mentre la vita dei figli e delle figlie è anche percorsa da “dolore, disagio e sofferenza”. Parole pesanti che, molto probabilmente, avranno forti conseguenze.
Daniele Errera