“Questo Parlamento meno cose vota meglio è. E’ moralmente illegittimo perché composto in maniera alterata. Ripristiniamo il Mattarellum e stacchiamo la spina. #tuttiacasa (inclusi noi)”. L’ha detto il parlamentare a 5 Stelle e vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, che è intervenuto sul blog di Beppe Grillo per dire no alla proposta di Matteo Renzi di approvare entro poche settimane una nuova legge elettorale, dopo la bocciatura del Porcellum da parte della Corte Costituzionale.
Di Maio ha quindi confermato che il Movimento 5 Stelle non prenderà parte ai colloqui dei prossimi giorni con il segretario del Pd: “Quelle che ‘l’assenteista’ (il sindaco di Firenze ndr) chiama ‘proposte’, sono semplicemente la copia degli ordini del giorno discussi e arenati dalla Finocchiaro (Pd) per 27 sedute in commissione al Senato. Sono agli atti da 5 mesi”, ha continuato il vicepresidente di Montecitorio. L’invettiva telematica contro Matteo Renzi non lascia adito a nessun accordo fuori dal Palazzo o in Parlamento tra i democratici e i pentastellati per l’approvazione di un nuovo sistema elettorale che possa entrare a pieno regime entro breve.
Secondo Di Maio, la proposta dei 5 Stelle è chiara e manifesta da tempo: “Il MoVimento 5 Stelle vuole tornare alle elezioni il prima possibile. Ci vuole tornare con la legge elettorale ‘Mattarella’ detta ‘Mattarellum’, quella del 1993 (senza modifiche “ad personam“) – ha voluto spiegare il parlamentare campano –. Perché è l’ultima legge elettorale votata da un Parlamento legittimo (non crediamo sia la migliore, infatti noi ne avevamo presentato un’altra, forse l’unica costituzionale: proporzionale puro con preferenze positive e negative)”, confermando in questo modo la volontà dei pentastellati di non rinunciare a un listino bloccato limitato (o perlomeno così sembrerebbe).
Poi conclude l’intervento delineando le tappe successive all’ipotetico voto con la legge Mattarella: “Il nuovo Parlamento eletto con il Mattarellum potrà decidere di fare una nuova Legge elettorale o addirittura di metterla in Costituzione, così che possa essere modificata con i due terzi dell’Aula e non a colpi di maggioranza. Il nuovo Parlamento potrà decidere quello che vuole, sarà pienamente legittimato se eletto con una Legge precedente all’era Porcellum”.