Venezuela, aumento dei salari del 10% per contrastare la “guerra economica contro il Paese”
Il Presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha annunciato un aumento del 10% del salario minimo e delle pensioni dall’attuale mese di gennaio. Egli ha detto che tale provvedimento è stato adottato poiché “c’è una guerra economica contro il Paese” che sta creando delle gravi conseguenze, e soltanto tramite l’adozione di simili politiche il governo lo sta difendendo.
Grazie a quest’aumento, il salario minimo per i lavoratori del settore pubblico e privato sarà pari a 3270,30 bolívares fuertes (circa 520 dollari statunitensi), e anche i pensionati riceveranno un importo analogo. Maduro ha assicurato che, tuttavia, non si tratterà dell’unico aumento salariale nel 2014, ricordando che durante la sua amministrazione sono già stati realizzati vari aumenti salariali.
Inoltre, egli ha aggiunto che il suo governo mira soprattutto a diminuire l’inflazione: secondo i dati comunicati dal Banco Central de Venezuela (BCV), l’indice inflazionistico è aumentato al 56,2% al termine del 2013. Secondo il Presidente venezuelano, è necessario quindi adottare politiche economiche volte a recuperare ed anche superare la perdita del potere d’acquisto degli stipendi per ridurre l’inflazione del Paese.
Maduro ha comunicato che quest’anno saranno ridiscussi i nuovi contratti collettivi, secondo quanto le condizioni concordate nel 2013, dichiarando: “Tutti i contratti in essere saranno discussi e firmati in modo equo e pacifico”. Nelle prossime settimane, il capo di Stato interverrà probabilmente sul mercato dei cambi, avviando un’eventuale svalutazione indiretta, e su quello della benzina (secondo i media, il suo costo attuale sarà addirittura triplicato).
Quali effetti avranno questi provvedimenti? Finora, con il passare dei mesi, la situazione economica venezuelana è soltanto peggiorata, e le politiche adottate dall’attuale governo si stanno rivelando fin troppo insufficienti. Subito dopo la morte Hugo Chávez, il presidente del Parlamento venezuelano, Diosdado Cabello Rondón, dichiarò: “Chávez era il muro di contenimento per le pazze idee che ci sovvenivano. Avreste dovuto desiderare che vivesse per molti anni”.