L’agenda di Renzi: legge elettorale, lavoro e detassazione
L’agenda di Renzi: legge elettorale, lavoro e detassazione
Agenda Renzi. Questo avrebbe potuto essere il titolo della puntata di 8 e ½ andata in onda ieri. Ospite e protagonista assoluto il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi.
Non perde tempo la Gruber che pone subito la prima questione, a bruciapelo: legge elettorale. Nei giorni passati Berlusconi aveva offerto di votare la legge elettorale che il Pd avrebbe desiderato, qualora ci fosse stata la promessa di andare al voto il 25 maggio prossimo. Renzi risponde fiero e conciso: “nessun diktat, né da noi, né da Berlusconi, né da altri”. Quello che il sindaco di Firenze, in collegamento da Palazzo Vecchio, auspica è un confronto sereno ma veloce: “se si vuole entro il 30 gennaio si può”. Un incontro chiarificatore tra il leader Pd e il Cavaliere dovrebbe risolvere la questione: “a me non risulta, ma tranquilli. Se risulta lo diciamo prima”, scherza Renzi.
Su quale legge per andare alle elezioni, il segretario si schiera con la proposta Alfano, la quale dovrà essere sottoposta al vaglio degli altri partiti: “a me non interessa il modello che faccia più comodo al Pd ma quello che può fare più comodo agli italiani. Alfano è parte del centrodestra, non è che sta con noi. Ci fa molto piacere se sia disponibile – ragiona Renzi -. Per quale motivo il sistema che ho proposto non dovrebbe funzionare? Per me funziona, ci metto il cuore, mi aggrappo a tutte le possibilità perché l’otto dicembre i cittadini ci hanno dato una grande possibilità”.
Nel frattempo il sindaco ha già fatto partire l’offensiva diplomatica: se da una parte vi sarà, forse, la possibilità di incontrare uno dei leader dell’opposizione (Berlusconi, appunto), dall’altra ha incontrato Mario Monti, ex presidente di Scelta Civica, e manda messaggi rassicuranti al presidente del Consiglio, Enrico Letta, al quale – c’è chi dice – Renzi abbia già preparato la pensione: “mi dicono – dice l’ex presidente della provincia di Firenze – fai finta di candidarti ma vuoi fare le scarpe a Letta. Non è così io mi ricandido”. E su quest’ultima frase si scaglia il sarcasmo del web: “sì, si ricandida: alla Presidenza del Consiglio. Come nel novembre 2012”. Precisa lui: “non mi interessano poltrone. Voglio cambiare l’Italia, non il governo”, circa i rumors di rimpasti nel governo presieduto dal democratico pisano. Del resto sostiene di non credere le voci che riportino l’Italia alle elezioni politiche “prima del 2015”.
Parla di lavoro, l’intervistato della Gruber: tassare le rendite finanziarie al fine di ridurre le tasse sul lavoro (“a partire dall’Irap”) è uno degli obiettivi e lo si farà attraverso il ‘job act’. Tiepido, invece, sull’apertura di ieri della parte più a sinistra dei democratici e di Sel alla legalizzazione della marijuana : “intanto – sostiene – cominciamo a definire le differenze tra droghe leggere e droghe pesanti rivedendo la Fini-Giovanardi”. Sulla scuola è netto: “a me non interessa il rimpasto, ma se il ministero dell’Economia richiede indietro 150 euro agli insegnanti, io mi arrabbio. Non siamo su Scherzi a parte. Non puoi dare dei soldi e poi chiederli indietro”.
Una battuta anche sul Movimento 5 Stelle. Lì, secondo Renzi, “ne vedremo delle belle”. Del resto, sostiene il sindaco, “la gente ha votato Grillo per cambiare. Non perché loro se ne stiano con le mani in mano”. La sfida è, ormai, lanciata.
Daniele Errera