Sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica del 28 dicembre 2013 è stato pubblicato, tra gli altri, un “comunicato” relativo alla “Nomina del Presidente e dei componenti del Comitato nazionale per la realizzazione del progetto e per la gestione del Fondo speciale previsto dalla legge 8 luglio 2009, n. 92, recante disposizioni per la valorizzazione dell’Abbazia della Santissima Trinità di Cava de’ Tirreni”.
Personalmente non sono particolarmente interessato a chi siano il Presidente ed i componenti del Fondo né all’ammontare ed alla destinazione del denaro in questione.
Mi sembra, tuttavia, evidente che i signori in questione gestiranno del denaro pubblico e che se è stata prevista la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del comunicato in questione a qualcuno l’informazione – che non mi sembra affatto riservata – probabilmente interesserà.
Il punto è esattamente questo.
La Gazzetta Ufficiale della Repubblica, sotto il tag “atto completo”, pubblica un comunicato nel quale si riferisce espressamente che “Il testo integrale del decreto è reperibile sul sito web: www.governo.it”.
Nessuna indicazione all’URL di pubblicazione del Decreto né, tantomeno, naturalmente, alcun link alla pagina web del sito del Governo sulla quale il Decreto in questione – a quanto si riferisce – sarebbe stato pubblicato.
Inutile dire che navigare sulle pagine del sito www.governo.it a caccia del provvedimento è come cercare un ago in un pagliaio.
L’unico link presente in homepage sul quale viene la tentazione di cliccare a caccia del decreto in questione è quello intitolato “provvedimenti” ma, sfortunatamente, il link conduce ad una pagina nella quale sono pubblicati solo i provvedimenti assunti dal Consiglio dei Ministri e, tra questi – anche a voler pensare ad un errore – il nostro Decreto fantasma – che non è del Consiglio dei Ministri ma del Presidente del Consiglio dei ministri – non c’è.
Con tanta determinazione e buona volontà, si può aver la tentazione di insistere nella ricerca, cliccando sul link “Presidenza del Consiglio dei Ministri”, visto che il “decreto fantasma” è del Presidente del consiglio dei Ministri.
Ma non sempre buona volontà e determinazione premiano: raggiungendo la pagina in questione, infatti, si è risucchiati in un lungo elenco – quasi monocromatico nel quale è difficile persino distinguere il testo ordinario dai link – che, tuttavia, non contiene nessuna voce che consenta di sperare, neppure al più ottimista dei cittadini italiani, che cliccando sul relativo link possa, in qualche modo, raggiungere la pagina di pubblicazione del Decreto oggetto di una tanto caparbia ricerca.
Il Decreto che secondo la Gazzetta Ufficiale della Repubblica dovrebbe essere stato pubblicato, in versione integrale, sul sito www.governo.it, sul sito del Governo sembrerebbe non esserci o, se c’è, trovarlo sembra un’impresa a prova del più testardo dei cercatori d’oro del mondo.
E’ evidente che i problemi del Paese sono altri ma ha dell’incredibile continuare a registrare quante resistenze – per incompetenza, insipienza o indifferenza – la nostra amministrazione continui ad opporre a chiunque voglia esercitare il legittimo diritto di sapere cosa accade nel Palazzo, senza andare a caccia di segreti di Stato né di informazioni riservate per scottanti inchieste giornalistiche, ma solo e semplicemente per capire a chi, per esempio, il Capo del Governo, ha affidato il compito di gestire dei soldi pubblici per la valorizzazione di un’Abbazia.
A che serve pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica un comunicato nel quale si informa della nomina di qualcuno a far qualcosa, se poi non si permette al cittadino interessato di leggere il Decreto e sapere chi è stato nominato?
E’ tanto difficile inserire un link al testo integrale del provvedimento?
E’ impossibile che, nel 2013, la ricerca di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri debba trasformarsi in una caccia al tesoro impossibile.
Sarà anche una piccola cosa ma ha tutto il sapore dell’ipocrisia istituzionale – ti dico ma non ti dico – o, comunque, dell’indifferenza dell’amministrazione davanti al diritto a sapere dei cittadini.