Legge elettorale, gli schieramenti dei partiti
Ad otto anni abbondanti dall’approvazione del famigerato Porcellum, la legge elettorale è ancora al centro del dibattito pubblico. Dopo ben tre elezioni (2006, 2008 e 2011) e innumerevoli tentativi di modifica, questa volta , complice la pronuncia della Corte costituzionale, potrebbe essere quella buona, a patto che i partiti trovino un accordo. Il che non è affatto scontato, se andiamo a leggere questo breve resoconto di ciò che vogliono le forze politiche.
Partito democratico – La “presa della segreteria” da parte del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha comportato un’accelerazione dei democratici sulla riforma elettorale. Tre le proposte lanciate da Renzi (modello spagnolo, sindaco d’Italia, Mattarellum corretto) uno il denominatore comune: il bipolarismo.
Forza Italia – Dalle parti dei berlusconiani l’orizzonte è più nebuloso, anche perché, e non è un mistero, il Cavaliere si sarebbe volentieri tenuto il Porcellum. Non potendo più contare sulla legge elettorale partorita da Calderoli, i forzisti adesso premono per il modello spagnolo, una sorte di proporzionale riveduto e corretto in salsa maggioritaria, visto il premio di maggioranza tra il 15 e il 18%.
Movimento 5 Stelle – Chiarissima invece la posizione del M5S. I grillini vogliono tornare al voto al più presto con il Mattarellum modello classico, che in Italia ha regolato le tre tornate elettorali del 1994, 1996 e 2001.
Nuovo centrodestra – Nonostante il recentissimo debutto sulla scena politica nazionale, l’agguerrita pattuglia degli alfaniani, seppur numericamente piccola, non vede di buon occhio l’intesa che potrebbe nascere sulla riforma elettorale tra il Sindaco e il Cavaliere. Fondamentali per la tenuta del governo, gli ex pidiellini puntano i piedi e si dicono disponibili solamente al doppio turno sul modello della legge dei sindaci, legge indigesta a Forza Italia, vista l’impossibilità di candidare direttamente Silvio Berlusconi.
Scelta Civica e Udc – I centristi mettono il veto sulla legge spagnola e si dicono favorevoli al doppio turno. A tal proposito sentite cosa dice Andrea Romano: “Il sistema spagnolo non funzionerebbe in Italia e del resto non funziona neanche in Spagna. A noi interessano due concetti fondamentali in materia di legge elettorale: salvaguardare il bipolarismo (gli italiani devono sapere la sera del voto chi vince) e il doppio turno di coalizione che tutela sia la pluralità politica italiana che l’esigenza di governabilità”.
Lega Nord – Anche i leghisti avrebbero volentieri mantenuto il Porcellum. La sentenza della Corte costituzionale, però, ha rimesso tutto in gioco e allora ieri mattina l’ex segretario Roberto Maroni si è detto favorevole ad un ritorno al Mattarellum.
Sinistra ecologia libertà – Il partito di Nichi Vendola, politicamente agli antipodi rispetto alla Lega, converge però su un ritorno alla legge Mattarella, seppur con alcuni correttivi. Almeno a detta del capogruppo alla Camera, Gennaro Migliore: “Sono interessato a discutere a partire dalla legge Mattarella che già conosciamo e che, con alcuni correttivi, può garantire a un elettore con una sola croce sulla scheda di scegliere il suo candidato del territorio e la sua coalizione”.