Fassina tuona “Renzi ambiguo, non abbiamo bisogno di un dittatore”
Fassina tuona “Renzi ambiguo, non abbiamo bisogno di un dittatore”
“Ci vuole un partito che torni a essere un partito. Non abbiamo bisogno di un dittatore, ma dobbiamo essere un soggetto politico”. Lo dice il viceministro dell’Economia Stefano Fassina, intervenendo al videoforum di Repubblica Tv. “Vedo rischi di indifferenza o atteggiamenti liquidatori davanti a posizioni interne che vanno in senso diverso da quelle espresse dal segretario – ha aggiunto Fassina – Serve una leadership forte, ma va evitato il rischio di far diventare il Pd un partito personale. Ok alle riunioni di direzione itineranti, ma facciamole nei circoli del Pd non nei comitati elettorali pro-Renzi”, dice Fassina ancora in polemica con il segretario dem.
Tornando alle sue dimissioni, “non sono state un capriccio ma un gesto politico”, ha assicurato il dem, manifestando l’auspicio che “possano essere utili per trovare un chiarimento sul rapporto tra il Pd e il governo”. Nelle ultime settimane “ho avuto la netta sensazione – ha spiegato Fassina – di una ambiguità nel rapporto tra la segreteria democratica e il governo Letta. Se il mio segretario manifesta ambiguità e oltre a mettere in evidenza limiti ed errori dell’esecutivo si lascia andare a caricature distruttive”. Da lui “mi sarei aspettato oltre a legittime critiche” sull’attività di governo “anche riconoscimento per i risultati raggiunti”. È “l’ambiguità, dunque, che mi ha spinto alle dimissioni”. E anche la risposta di Renzi, quel ‘Fassina chi?, per l’ex ministro “manifesta indifferenza e scarsa considerazione”.