Tregua tra Enrico e Matteo che pensano ad un Letta-bis
Tra Letta e Renzi è tregua. O meglio, è una pace armata. Il neo segretario democratico si presenta a Palazzo Chigi di prima mattina, quando non sono nemmeno le 8:00. L’incontro trai due toscani dura oltre un’ora, il tempo di un caffè e di una lunga, serratissima discussione.
Nessuno, da quanto emerge, ha posto paletti sulle questioni dell’altro. Si parla di un incontro “positivo, al tempo stesso molto franco”. I temi presi in considerazione sono quelli discussi in Parlamento, sulle colonne dei giornali e nei talk show: anzitutto la legge elettorale, diritti civili, immigrazione, economia e lavoro, riforme costituzionali. Alla fine è emersa una nuova possibilità: qualora il ‘Contratto di Coalizione’ si chiudesse anticipatamente (si vedano le minacce di Alfano di far cadere l’attual premier da Palazzo Chigi, nell’ipotesi di approvazione dei matrimoni anche per le coppie omosessuali) e Letta ripresentasse un programma forte, Renzi sarebbe disposto a ‘sacrificarsi’ (cioè non chiedere elezioni anticipate) e lavorare per un Letta-bis.
Questo nuovo Governo, guidato sempre dall’ex vice di Bersani, sarebbe contestualizzato nella nuova stagione politica. Il 2013 è cominciato in un modo e si è concluso con dei veri e propri sconvolgimenti del sistema politico italiano. Il Popolo della Libertà ha vissuto la sua seconda, grande, scissione con l’uscita di Alfano. Il Pd ha cambiato completamente impostazione con il passaggio della segreteria da Bersani a Renzi (non dimenticando la transizione ‘balneare’ a guida Epifani). Monti, dopo l’inaspettato – basso – risultato alle elezioni politiche, ha lasciato la leadership di Scelta Civica, di fatto comportando la scomposizione della formazione politica e quindi la rottura con l’Udc di Pier Ferdinando Casini. Insomma, la stagione politica di inizio 2013 è completamente variata guardando la situazione odierna. Il nuovo Governo, quindi, potrebbe prendere le sembianze desiderate da Renzi: i tempi lo permetterebbero e lo giustificherebbero.
Non sarebbero, comunque, direttamente i renziani ad entrare nel Letta-bis. In questo nuovo esecutivo parteciperebbero figure con una maggiore vicinanza al mondo renziano. Si sentono dei ‘rumors’: l’economista Bini Smaghi sarebbe in pole position. Ma per ora sono ancora parole. Il governo in coabitazione coi centristi e con Nuovo Centrodestra sembra ancora reggere, nonostante le spinte centrifughe che il democratico di Pisa deve sopire.
Ma in un’intervista a Rai News 24 Letta sembra esser disposto ad aprire all’ipotesi di rimpasto: “abbiamo queste due settimane fino al 20-21 gennaio in cui discuteremo di tutte le questioni che abbiamo di fronte” (compreso, quindi, il nuovo Governo). Ma non è tutta rose e fiori: i dissidi col sindaco di Firenze sono tutt’altro che attenuati. Lo scontro trai due è sulla legge elettorale, non tanto su ‘quale’, quanto su ‘come’ approvarla: per il premier la nuova legge elettorale dovrà vedere la luce da “una condivisione nella maggioranza”, mentre per l’ex presidente della provincia fiorentina dovrà essere partorita da un accordo trai vari gruppi parlamentari, opposizione compresa, Berlusconi incluso. E’ una situazione che ricorda molto ciò che accadde nel 2007, quando l’allora neo segretario dem, Walter Veltroni, decise di iniziare un dialogo con il leader di Forza Italia per la modifica del ‘porcellum’, di fatto pensionando anticipatamente Prodi che, difficilmente, cercava di mantenere la calma nel suo fluido ed eterogeneo esecutivo. Letta ricorda bene quei difficilissimi momenti, in cui il ‘Professore’ ed il suo Governo erano bersagliati da fuoco amico: era, infatti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Daniele Errera