Cgia, Tasi costerà 1 miliardo alle imprese
Cgia, Tasi costerà 1 miliardo alle imprese
Il Centro Studi della Cgia di Mestre ha rintracciato nella cifra di 1.000.000.000 di euro, quanto le imprese dovranno pagare per la tassa sui servizi indivisibili, la Tasi. L’elevata somma da versare, inoltre, sarebbe la buona notizia. Infatti, l’Associazione Artigiani Piccole Imprese veneta ha stimato quella cifra al ribasso, calcolando l’aliquota basilare del 1×1000. A difendere il tributo si è elevato il Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato: “penso sia un’imposta giusta, la stessa Costituzione prevede che i Comuni abbiamo imposte proprie. Dopodiché il complesso della pressione fiscale deve ridursi. Ma la Tasi è un’imposta giusta perché noi vogliamo che i comuni abbiamo le risorse necessarie”.
I Comuni si trovano in una grave difficoltà economica, è risaputo: strette dai debiti verso le imprese erogatrici di servizi, spesso con le aziende municipalizzate indebitate fino al collo e strette dal patto di stabilità interna, Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, sostiene che “l’aliquota che verrà applicata su negozi, uffici e capannoni sarà ben superiore all’aliquota standard, pertanto è quasi certo che l’aumento sarà superiore al miliardo di euro da noi inizialmente stimato”. E quindi se l’aliquota verrà eseguita al 2,07xmille (l’aliquota massima attuabile sugli immobili strumentali, ndr) l’aumento supererebbe i 2.000.000.000 di euro: una cifra paurosa ricordando la stagnante situazione dell’economia reale italiana. Fortunatamente Bortolussi sostiene che si tratta di “una ipotesi estrema che difficilmente si verificherà”.
Le imprese sono, quindi, nuovamente tartassate. Bortolussi conclude la sua relazione denunciando come, nuovamente “le modifiche apportate sulla tassazione degli immobili rischiano di accrescere ulteriormente il peso fiscale sulle imprese. Ricordo che il passaggio dall’Ici all’Imu ha visto raddoppiare i costi per i proprietari dei capannoni, con punte che in alcuni casi hanno toccato anche il 154%. Con la Tasi all’1 per mille, l’aggravio su quelli accatastati con la lettera D sarà di 649 milioni di euro. Una cifra imponente che rischia di mettere in ginocchio molte attività, soprattutto quelle di piccola dimensione”.
Daniele Errera