GOP: al via le primarie
Dopo una serie di nomi proposti e smentiti, rifiuti di partecipare e ritiri in corsa, sono comunque un gran numero, ben dodici, i candidati del Partito Repubblicano che si sfidano alle primarie.
Michele Bachmann |
Michele Bachmann, classe 1956, avvocato, membro del Congresso per il Minnesota dal 2007, è la sola donna della competizione. Partita come candidata del Tea Party, di cui è stata tra i fondatori, è stata in seguito contestata – anche se non del tutto rinnegata – dallo stesso movimento di destra a causa di alcuni punti piuttosto oscuri del suo passato e diverse discrepanze programmatiche. Sebbene infatti la Bachmann condivida l’idea dello Stato leggero, della diminuzione della tassazione e sostanzialmente dell’abolizione dello stato sociale, la sua campagna elettorale è densa di aspetti religiosi e sociali che non si posizionano in piena sintonia con il movimento. È infatti una fervida creazionista e ha assunto posizioni molto dure contro gli omosessuali e gli abortisti; ha osteggiato le leggi anti-bullismo in quanto ritiene non forgino il carattere della nazione e si è mostrata favorevole al progressivo smantellamento dell’istruzione pubblica in favore di una scuola a livello familiare. Dal punto di vista ambientale è nuclearista convinta ed è favorevole alle estrazioni petrolifere e di gas sul suolo statunitense, ma non disedegna le fonti energetiche alternative. In politica estera non esclude una guerra nucleare con l’Iran e propugna l’isolamento economico degli Stati Uniti.
I sondaggi non la danno tra i favoriti, con appena un 5% delle preferenze a livello federale.
Newt Gingrich |
È invece, al momento, papabile di vittoria Newt Gingrich, classe 1943, politico di professione sia nelle istituzioni sia come consulente e speaker della Camera tra il 1995 ed il 1999. Inventore del “Contratto con l’America” delle elezioni del 1994, si presenta con un taglio piuttosto anomalo in termini di posizioni politiche rispetto alle tradizionali istanze repubblicane, in particolare sulla regolamentazione dell’immigrazione e della manodopera straniera. Su altri aspetti, in special modo i cosiddetti diritti civili, è invece in linea con le posizioni più estremiste della destra americana, a cui è giunto dopo aver rinnegato posizioni più liberatarie del passato: è infatti fermamente contro l’aborto, la ricerca sulle staminali e i matrimoni tra gli omosessuali. È apertamente a favore dell’esplorazione spaziale, mentre, per quanto riguarda i temi energetici e ambientali, è a favore di nuove trivellazioni petrolifere sul territorio nazionale e del nucleare, anche se si è espresso a favore dell’impiego congiunto di queste fonti assieme alle rinnovabili. Malgrado non ritenga l’uomo responsabile dei cambiamenti climatici, è a favore di sostegni economici alle imprese verdi e in generale alle riduzioni di CO2 nell’atmosfera. La sua proposta forse più esplosiva è però sul tema della giustizia: Gingrich propone infatti una riforma della corte suprema che eviti il mandato a vita e consenta al Presidente la possibilità di arrestare e rimuovere i giudici qualora ravvisi nel loro comportamento atti di tradimento contro l’America. Naturalmente, spetterebbe al Presidente la possibilità di decidere cosa sia o meno tacciabile di anti-americanismo.
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