GOP: al via le primarie

Pubblicato il 3 Gennaio 2012 alle 12:04 Autore: Matteo Patané
James McMillan

Perennial candidate è anche James McMillan, nato nel 1946 in Florida, veterano della Guerra del Vietnam, esperto di arti marziali ed ex investigatore privato. Le sue posizioni politiche sono ispirate al più puro populismo sia verso destra che verso sinistra. È a favore dei matrimoni omosessuali e ritiene il riscaldamento globale frutto di un ciclo naturale della durata di quindicimila anni; propone un taglio radicale delle tasse, e l’azzeramento di tutte le imposte federali, e al tempo stesso si batte contro i tagli al sistema assistenziale per gli anziani e alla scuola. Di fatto, tuttavia, il suo programma è fatto unicamente di proclami senza alcun piano di realizzazione di fondo.

Ronald Paul

Quella del texano Ronald Paul, anch’egli quasi un perennial, rischia invece di divenire una candidatura molto forte, in grado di sparigliare i giochi delle primarie. Conservatore libertario, conserva estrema coerenza nelle sue proposizioni sulla sovranità nazionale – arrivando a proporre il ritiro degli USA dalla NATO – e sul libero mercato, che appoggia in tutto e per tutto. Ferreo sostenitore della Costituzione, è a favore del porto d’armi e contrario alla tortura, nonché all’eccessiva indipendenza del potere presidenziale. Fautore di un modello di stato leggero, intende limitare al minimo i poteri federali di intervento nelle politiche dei singoli stati in tema di giustizia, educazione e diritti civili.
Nei sondaggi più recenti, la sua candidatura è la terza in ordine di preferenze, dietro al tandem di testa Gingrich-Romney.

Rick Perry

La candidatura di Rick Perry, governatore del repubblicanicissimo Texas, appare oggi in difficoltà dopo alcuni momenti di splendore. Tenacemente antifederale, attacca il diritto di Washington di imporre tasse e l’elezione diretta dei membri del Senato, considerato un organo federale e non una rappresentanza di enti locali. Le sue posizioni energetiche e sui diritti civili ricalcano il mainstreamrepubblicano mentre sul tema dell’immigrazione, vista la posizione dello Stato che governa, si pone in maniera nettamente più morbida rispetto a molti suoi compagni di partito. Vede nello scontro con la Cina il leitmotiv del XXI secolo, mentre dal punto di vista economico si è dichiarato a favore dell’aliquota unica sulla tassazione.

Buddy Roemer

Ex governatore della Louisiana ed ex deputato, Buddy Roemer iniziò la sua carriera politica nel Partito Democratico, per poi passare ai repubblicani nel 1991. Sebbene il suo consenso all’interno del Partito Repubblicano sia piuttosto limitato, ha saputo ritagliarsi un posto nei movimenti minori, anche se la sua candidatura appare un atto puramente velleitario.

Mitt Romney

Mitt Romney, classe 1947, ex governatore del Massachussets, è assieme a Gingrich il principale contendente alle primarie repubblicane 2012. Su molti temi ha più volte esposto posizioni sfumate, che se da un lato sono valse a non inimicargli nessun settore politico, dall’altro non hanno saputo offrirgli quella decisione e quel carisma necessari per il necessario salto di qualità verso il successo. Sul tema dell’aborto è un pro-vita moderato: non chiude infatti alle pratiche abortiste in casi di violenza sessuale, incesto o pericolo di vita per la madre, e ritiene che i singoli stati debbano decidere attraverso un processo democratico come porsi sul tema. Ha posizioni moderate anche sul tema delle minoranze etniche, religiose e sociali, con un atteggiamento forse paternalistico ma sicuramente più morbido dei suoi concorrenti alle primarie. Contrario alle unioni civili tra persone dello stesso sesso, è a favore di ideare nuove tipologie di unione che possano garantire i diritti minimali anche a questo tipo di coppie. Dal punto di vista economico è per un rilancio economico da attuarsi tramite il taglio delle tasse, ed una rinegoziazione dei trattati commerciali con la Cina per contrastare il crescente potere del gigante asiatico nel controllo del debito americano. Dal punto di vista energetico proclama l’autarchia per il Paese, al costo di sacrificare alle trivellazioni le aree protette come l’ANWR, e la riduzione dei gas serra solo su base volontaria, senza disincentivi dal punto di vista fiscale. Sul tema molto caldo dell’immigrazione, infine, Romney si pone a favore del potenziamento dei canali legali di ingresso allo scopo di contrastare più efficacemente l’immigrazione clandestina.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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