Classifica dei governatori, Zingaretti in calo
Classifica dei governatori, Zingaretti in calo
C’era un tempo in cui Nicola Zingaretti sembrava poter fare qualsiasi cosa: stimato presidente della Provincia di Roma, influentissimo politico democratico della Capitale, destinato alla poltrona di sindaco di Roma prima di virare verso la carica di governatore del Lazio. Quando Renzi non era ancora Renzi, c’era chi indicava Zingaretti come uno dei possibili segretari nazionali del Partito Democratico.
Ora qualcosa sta cambiando. La classifica dei presidenti di regione stilata dal Sole 24 Ore svela infatti che Zingaretti perde terreno: è al 16° posto nella classifica con un consenso stimato in un 38 per cento, in calo rispetto al 40,6 registrato alle urne lo scorso febbraio.
In Regione, Zingaretti governa un’ampia maggioranza composta dal Pd, Sel, Psi e Centro Democratico. Politicamente fa parte del gruppo che alle primarie del Pd dello scorso dicembre è uscito sconfitto. Sostenitore di Gianni Cuperlo, il governatore si è trovato in minoranza.
Tra i risultati di questi primi mesi al timone della Regione, Zingaretti rivendica di aver salvato il Lazio dal fallimento: ridotto il deficit, promette, si tornerà a investire per dare ossigeno alle aziende e alle famiglie. E rivendica pure di essere stato alla guida della prima regione a firmare con il governo un contratto che ha permesso il pagamento dei debiti alle imprese.
L’innalzamento delle tasse però non deve essere stata cosa gradita per i cittadini della regione: nel bilancio approvato a dicembre, l’addizionale Irpef è stata portata dall’1,73 per cento al 2,33 nel 2014 e nel 2015 arriverà al 3,33.
Amministrare una regione è complicato, va detto. In genere si gode di un ritorno mediatico inferiore rispetto al governo di una città: soprattutto in una realtà come quella laziale, dove gli occhi sono tutti per Roma. A livello nazionale, poi, negli ultimi due anni molte regioni sono state travolte da scandali: il Lazio, il Piemonte, la Liguria. E si potrebbe andare avanti.
Stupisce poco quindi che il gradimento nei confronti dei presidenti di regione sia più basso e di tanto rispetto a quello per i sindaci. Basta dare un’occhiata alla classifica per rendersene conto.
In testa per il secondo anno consecutivo c’è Enrico Rossi, del Partito Democratico, governatore della Regione Toscana, che raccoglie un 57 per cento di consensi sufficiente a farlo stare davanti a tutti i suoi colleghi. Staccato di appena un punto c’è Luca Zaia, Lega Nord, governatore della Regione Veneto, accreditato del 56 per cento del sostegno tra i suoi corregionali: due anni fa era al 60. Terza piazza per Stefano Caldoro, Forza Italia, presidente della Regione Campania: 55 per cento, uno dei quattro governatori a vedere crescere l’apprezzamento nei propri confronti, con un incremento di cinque punti.
Un’altra che guadagna è Debora Serracchiani, Pd del nuovo che avanza (leggi: area Renzi), governatrice della Regione Friuli Venezia Giulia. Stesso discorso per Roberto Maroni, Lega Nord, alla guida della Lombardia, che aggiunge un 1,2 punti in più al 42,8 con cui è stato eletto meno di un anno fa.